(Marzia Giglioli)
Tra venti anni avremo 1 miliardo di robot umanoidi. Parola di Elon Musk che, su X, concorda con la previsione di un altro guru dell’intelligenza artificiale, David Holz. Lo scenario tecnologico potrebbe quindi avere questa dimensione. ‘Ma a condizione’ – ha detto Musk – ‘che le basi della civiltà siano stabili’. Tesla intanto annuncia di aver sviluppato un prototipo di robot umanoide che lo stesso Musk ha detto più volte di considerare un contributo per l’umanità (Fox news).
Fa riflettere quell’inciso sulla ‘civiltà stabile’ perché, proprio su questo punto, si gioca il futuro della robotica e della nuova era tecnologica dell’AI.
Chi dovremo essere e quali comandamenti dovremo seguire in un mondo dove tutto potrà essere delegato, replicato e sostituito?
Eventuali ‘nuovi comandamenti morali’ potranno tenere il passo ad una rivoluzione che corre oltre il pensiero?
Senza catastrofismo e scenari da Matrix, che fanno temere la tenuta dei tessuti democratici e l’idea stessa di mondo come lo intendiamo oggi, la riflessione porta ad un caleidoscopio di previsioni. Difficile comunque pensare che la sovranità di una rivoluzione così omnicomprensiva possa prescindere da quelle che sono già le architetture esistenti con il massimo rischio di un colonialismo digitale che andrà assolutamente regolamentato.
Come scrive il Sole 24 Ore (23 gennaio 2024) commentando il libro ‘Il Mondo Nuovissimo’ (di Fabio De Felice e Roberto Race), ‘la tecnologia in sé non è buona o cattiva ma nelle mani di poche holding globali diventa strumento per moltiplicare esponenzialmente le diseguaglianze, per censurare e manipolare l’informazione, asservire la libertà di pensiero, abbattere il costo del lavoro’.
Nel Mondo nuovissimo cambia anche la stessa ‘valutazione dell’uomo’, non più parametrato al suo apporto insostibuile nel lavoro, ma che diventa ‘soggetto altro’ ancora tutto da definire. E se l’idea stessa di uomo cambia, quale cultura proporre in questa nuova conciliazione?
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