Già sentito parlare di blockchain? Probabilmente sì, visto che è una delle tecnologie maggiormente all’avanguardia nel campo dei database. Il concetto di fondo è quello di una raccolta dati strutturata in modo innovativo: parliamo di unità di dati, chiamate blocchi, contenenti informazioni complete su ogni transazione, ordinate in ordine cronologico e classificate con un codice identificativo univoco. Questo processo crea una catena digitale che spiega la blockchain cos’è. Quello che ci preme indagare è come funziona nel dettaglio e perché può essere interessante approfondire l’argomento.
Blockchain: definizione
Il significato di blockchain può sembrare complicato. In realtà, analizzandolo da una prospettiva meno tecnica altro non è che un tipo speciale di database, ovvero un registro digitale che raccoglie informazioni. Le caratteristiche di questo ‘libro mastro’, organizzato in blocchi, sono: la decentralizzazione e l’invariabilità, due aspetti che affronteremo nel dettaglio nei prossimi capitoli.
Si tratta quindi di una tecnologia open source come un documento Google sul quale, chiunque abbia un collegamento può contribuire, senza però vantarne in esclusiva il possesso e mano a mano che i contributori apportano modifiche, ogni copia viene aggiornata.
L’obiettivo iniziale dei due progettatori, Stuart Haber e W. Scott Stornetta, che nel 1991 teorizzarono la blockchain, era l’implementazione di un sistema sicuro che non permettesse modifiche non autorizzate ai timestamp, cioè la sequenza di caratteri che rappresenta l’effettivo avvenimento di un certo evento digitale.
Come funziona la blockchain?
Ricapitolando, la blockchain è una raccolta di informazioni digitali stoccate in blocchi. Questi blocchi hanno una capacità di archiviazione limitata e una volta riempiti vanno ad unirsi al blocco precedente, formando un nuovo anello della catena.
Sintetizzando questo è il processo di funzionamento della tecnologia blockchain:
- Registrazione dei dati nel blocco: si attua ad ogni transazione e i dati possono essere relativi a informazioni di vario genere, per esempio da chi è stata eseguita la transazione, quando (data e ora), luogo etc.
- Creazione dell’anello: ogni blocco è collegato a quello che lo precede e a quello che lo segue in modo sicuro, tramite registrazioni elettroniche, per evitare ‘frodi’ come, ad esempio, l’inserimento di un blocco non autorizzato tra due blocchi esistenti.
- Fissaggio della catena: le transazioni sono bloccate insieme in una catena irreversibile e a prova di manomissione da parte di hacker e malintenzionati. In pratica ogni blocco rafforza l’intera catena, verificando il blocco precedente e formando un registro digitale controllato collettivamente.
Tecnologia blockchain: vantaggi
- Sicurezza: ogni blocco della catena possiede un stringa creata da un algoritmo matematico (funzione di hash) che si lega al precedente e mette al sicuro la sequenza da possibili manipolazioni.
- Decentramento: la blockchain non è gestita da un server centrale, ma si appoggia a una rete diffusa di computer. In questo modo quando un nuovo blocco viene aggiunto alla catena, ogni computer del network aggiorna la propria blockchain. Un vantaggio anche in termini di sicurezza, perché se una copia della blockchain fosse oggetto di attacco hacker verrebbe compromessa quella copia e non l’intera rete.
Tecnologia blockchain: svantaggi
- Sostenibilità della tecnologia: il costo della tecnologia blockchain, in termini economici e ambientali, è ancora difficilmente sostenibile su larga scala. Il processo di ‘minare le criptovalute’, per esempio, richiede una potenza di calcolo complessa e si stima che il fabbisogno energetico per la rete Bitcoin sia pari al consumo annuale dell’intera Danimarca.
- Inefficienza nella velocità: restando in tema criptovalute, l’applicazione per la quale blockchain è principalmente nota, si calcola che siano necessari quasi 10 minuti per l’aggiunta di ogni singolo blocco alla catena Bitcoin. In pratica, sono appena sette le transazioni al secondo (TPS) gestibili a tale ritmo.
Bitcoin e blockchain: binomio nativo digitale
Sebbene sulla carta la blockchain possa essere utilizzata per registrare qualsiasi tipo di informazione relativa a beni e servizi, allo stato dei fatti si lega indissolubilmente al mondo delle criptovalute. Il motivo è presto spiegato: molte monete digitali utilizzano tale tecnologia come ‘libro mastro’ trasparente dei pagamenti e delle transazioni.
In sostanza, la blockchain è il mezzo di verifica e di scambio per le criptovalute come Bitcoin e non solo. Tale tecnologia basata su una rete diffusa di computer (nodi) differenzia le bitcoin dalle valute Fiat, come EUR o USD: nessuna autorità centrale e nessun governo ha alcun potere di controllo su di esse.
Svincolando le criptomonete da banche e istituzioni, la blockchain elimina il rischio di inflazione collegato all’instabilità dei governi in determinati Paesi. Al contempo, grazie alla rete digitale, si abbattono i limiti geografici di circolazione e si consente alle persone di avere la quasi totale sicurezza nelle transazioni nazionali e internazionali. Una visione utopistica che, fra chiari e scuri, ha ancora molto da svelarci.