La disuguaglianza vaccinale e il mondo che sarà (Marco Emanuele)

La disuguaglianza nell’accesso ai vaccini, nel mondo “pandemico”, è un tema da sottolineare e da affrontare con grande decisione e rapidità.

Questo è un rischio vero che sta pagando il mondo di oggi perché le vaccinazioni, per quanto non risolutive in assoluto (lo abbiamo capito), evitano la malattia grave. A ben guardare, e drammaticamente, il mondo di oggi è diviso tra Paesi (e popolazioni) che possono permettersi il vaccino e Paesi (e popolazioni) che non hanno questa possibilità.

Si tratta di un rischio che tocca, oltre che noi, coloro che verranno dopo di noi. La pandemia, lo vediamo ogni giorno, indebolisce le democrazie e la coesione sociale e colpisce le economie talvolta in maniera irreversibile. Questo ci dice che il mondo post-pandemico non sarà come il mondo pre-pandemia.

In alcuni Paesi, compresa l’Italia, vengono fatte previsioni rosee in campo economico. Mi permetto di dubitarne, non per non credere alle parole delle Istituzioni ma perché la situazione davanti ai nostri occhi, e nel corpo sociale, appare ben più problematica: il tema non è solo ritornare a crescere ma, soprattutto, dare qualità e mantenere la crescita (come integriamo le politiche di recovery con la transizione ecologica e con la trasformazione digitale ?). Che dire, invece, di economie che, da molto prima della pandemia, già vivevano una condizione di profonda o profondissima crisi ?

Insomma, ci vuole più realismo in questa fase. Attraverso i vaccini, da un lato, si fa diplomazia (mandiamo vaccini nei Paesi poveri, si dice, così ce ne daranno merito e saranno grati …); dall’altro lato, i vaccini ci mettono di fronte a un fastidioso, e tragico, dilemma: viene prima il profitto (legittimo) dei produttori o la salvaguardia della vita umana ? Altresì, il virus non si preoccupa dei confini; le soluzioni nazionali di uscita dalla pandemia risultano anti-storiche se non sono inquadrate in un quadro continentale e planetario di azione strategica.

Infine, una parola chiara va detta rispetto all’obiettivo della sostenibilità (agenda ONU 2030 e tutto ciò che conosciamo): non diamo colpa solo alla pandemia se continuiamo a vivere in un mondo profondamente disuguale, iniquo: questo è il vero freno che blocca l’ “esplosione” della sostenibilità (che fa rima con equità e con responsabilità). Forse è il caso che gli intellettuali, anziché alimentare la confusione, ritornino al loro mestiere di accompagnare il cambiamento (con pensiero critico) e che le classi dirigenti (di governo e non) inizino un sano percorso di auto-critica e di assunzione di “nuove” responsabilità e progettualità. Su questo, forse, le nuove generazioni saranno disposte a seguirci.

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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