Paideia per il futuro già presente

Ha ragione il filosofo Mauro Ceruti a evocare una nuova Paideia.

La violenza che ritorna è, spesso, incapacità di rinunciare a certezze che diventano Verità non discutibili e non problematizzabili: chiunque o qualunque sia il bersaglio, l’erosione progressiva di spazi-in-comune genera individualismi che riescono a esprimersi solo nel sangue e nella de-generazione.

Condannare la violenza è atto dovuto ma non basta. Come non vedere, infatti, che il vero tema sono le condizioni che portano ad atti sempre più estremi ? La violenza è violenza, comunque si esprima: è banale come il male che ha percorso il ‘900 totalitario e che torna nei processi democratici.

C’è qualcosa di fondo, nel profondo, che continua a bruciare. Laddove la politica si riduce ad amministrazione, il rischio si eleva all’ennesima potenza. Dopo la caduta del Muro di Berlino, infatti, abbiamo rinunciato a capire l’importanza di una Politica che fosse mediazione e visione per tempi nuovi; la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica (delle quali non trascuriamo molti aspetti positivi) ci hanno consegnato nuove certezze da non problematizzare. Molto (se non tutto) si è fatto a uso e consumo dell’Individuo-Re-del-Mondo.

Serve una nuova Paidea perché, sostanzialmente, negli ultimi decenni abbiamo rinunciato ad attraversare le contraddizioni che ci abitavano. Dov’era la nostra responsabilità ? Avere dubbi è diventato segno di debolezza perché metteva in discussione le Parole di Verità che gli amministratori della Storia (ben poco politici …) ci inoculavano come mantra di un futuro che sarebbe (certamente) arrivato: guai ad avere dubbi !

Eppure oggi, nella ipercomplessità del tutto connesso, esistiamo in sistemi (a cominciare dalle democrazie) che non ci garantiscono più le certezze promesse con tanta enfasi. Mentre ancora persistono riti ai quali mancano sempre più credenti, dovremmo lavorare politicamente sui disagi emersi ed emergenti, sui rischi del futuro già presente e su come rendere ‘bene comune’ le grandi opportunità di cui possiamo disporre.

Tutto questo, però, non può che passare da una formazione alla complessità e al dubbio. Solo se diventiamo consapevoli dell’incertezza che siamo e che generiamo, infatti, potremmo dirci un pò più sicuri. E più liberi.

(riproduzione autorizzata citando la fonte) 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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