La ‘solita’ corruzione e il bisogno di politica – The ‘usual’ corruption and the need for politics

Qualcuno ha detto che la democrazia europea è ‘sotto attacco’. Si tratta di una frase senza senso perché la democrazia non esiste se non nella volontà e nell’agire degli uomini che, ogni giorno, alimentano un sistema fatto di rappresentanza, di responsabilità, di giustizia, di diritti e di libertà.

Ciò che è in gioco, con il grande scandalo del Parlamento europeo, è la politica stessa. Banalmente, esistono gli uomini che si lasciano corrompere: è una storia antica.

Colpisce, agli occhi dell’osservatore disincantato, l’eccesso di retorica intorno al giro di denaro che sta inondando parte delle classi dirigenti che stanno in Europa. C’è chi urla lo sdegno, chi torna sul tema consumato della superiorità morale (decaduta da decenni, per chi voleva vedere), chi approfitta della situazione per dire che nessuno può essere giudice di altri: ma la realtà, ormai rivelata e da queste pagine sempre evidenziata, è che è calato il sipario sulla politica novecentesca.

Le interferenze straniere, più o meno volgari e più o meno visibili, esistono da sempre. Non è questa la posta in gioco. Qui siamo di fronte, da un lato, a un qualcosa che è sempre successo (il conflitto irrisolto, e forse irrisolvibile, tra ideali e denaro) e che non crediamo finirà grazie all’indignazione collettiva. Dall’altro lato, e il tema è ben più importante, siamo di fronte al vuoto di classi dirigenti adeguate al tempo storico che stiamo vivendo.

Fanno bene gli onesti a dissociarsi da chi onesto non è. Ma, fatto questo, il problema non è risolto. Il tema è tutto lì, a disposizione di chi lo voglia affrontare. Si è formata una voragine: attenzione a chi la riempie.

English version

Someone said that European democracy is ‘under attack’. This is a meaningless phrase because democracy does not exist apart from the will and actions of the people who, every day, feed a system made of representation, responsibility, justice, rights and freedom.

What is at stake, with the great scandal of the European Parliament, is politics itself. Trivially, there are men who allow themselves to be corrupted: it is an ancient story.

Striking, to the disenchanted observer, is the excess of rhetoric around the money ring that is flooding part of the ruling classes in Europe. There are those who shout outrage, those who return to the worn-out theme of moral superiority (which has been decaying for decades, for those who wanted to see), those who take advantage of the situation to say that no one can be a judge of others: but the reality, now revealed and always highlighted by these pages, is that the curtain has come down on twentieth-century politics.

Foreign interference, more or less vulgar and more or less visible, has always existed. This is not what is at stake. Here we are faced, on the one hand, with something that has always happened (the unresolved, and perhaps unsolvable, conflict between ideals and money) and which we do not believe will end thanks to collective indignation. On the other hand, and this is a much more important issue, we are faced with a vacuum of ruling classes appropriate to the historical times we are living in.

The honest do well to dissociate themselves from those who are not honest. But, having done so, the problem is not solved. The issue is all there, available to those who want to deal with it. A chasm has formed: be careful who fills it.

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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