Climate change: da una piccola valle dell’Islanda la speranza di ingabbiare il carbonio – Climate change: from a small valley in Iceland the hope of carbon sequestration

(Marzia Giglioli)

Climate change: da una piccola valle dell’Islanda la speranza di ingabbiare il carbonio. Un sistema sperimentale che potrebbe pulire l’aria e farla tornare come 200 anni fa. Spunti da National Geographic

Nel pessimismo apocalittico sul climate change una buona notizia arriva da una piccola valle solitaria in Islanda dove il carbonio viene letteralmente “strappato’ dall’ atmosfera e sepolto nel sottosuolo. La notizia viene riportata da National Geographic.

Si tratta di un impianto che utilizza filtri e ventilatori per intrappolare la CO2; il carbonio viene separato dall’ aria e poi viene sparato in profondità nel sottosuolo dove la CO2 si fonde con il basalto, roccia molto porosa che si trova sottoterra in Islanda e in molte altre parti del mondo.

“La ragione per cui l’impianto è considerato una sorta di :gold standard” per la rimozione del carbonio è che, una volta che il carbonio si è in qualche modo solidificato nella roccia, sostanzialmente rimarrà lì per sempre e non si disperderà mai più nell’aria, scrive National Geographic.

Su questo piccolo angolo del pianeta ora sono puntati gli occhi di molti scienziati e studiosi perchè la tecnica potrebbe davvero contribuire ad invertire gli effetti dei combustibili fossili.

Attualmente respiriamo il 50% in più di carbonio rispetto alla prima metà del 1800 ed è proprio la sua alta concentrazione a costituire la causa prima del riscaldamento globale.

Si tratta, purtroppo, di una tecnologia molto costosa ma che, se applicata su larga scala, potrebbe avere un grande impatto. Si potrebbe tornare a respirare aria (con la quantità di CO2 ridotta) come 200 anni fa.

La caccia al carbonio o meglio la cosiddetta carbon capture, viene ritenuta da molti scienziati una tecnica ormai fondamentale per tagliare le emissioni.

Gli studiosi Onu dell’Intergovernmental Panel for Climate Change (Ipcc) da tempo indicano la carbon capture fra le strategie fondamentali per poter raggiungere gli obiettivi indicati dagli accordi di Parigi.

Il glaciologo britannico Peter Wadhams, che ha dedicato tutta la vita a studiare i ghiacci dell’Artico, di fronte al loro scioglimento ritiene che il taglio delle emissioni non sarà sufficiente ad arrestare il processo di riscaldamento: “Possiamo anche ridurre la CO2 che immettiamo oggi nell’atmosfera”, spiega Wadhams, “ma per invertire la rotta dovremo anche eliminarne molta di quella che vi abbiamo rilasciato negli ultimi 200 anni”.

La carbon capture è di fatto la nuova sfida contro il tempo e, forse, da un piccolo angolo d’Islanda potrebbe venire una risposta importante.

(English version)

Climate change: from a small valley in Iceland the hope to trap carbon. An experimental system that could clean the air and return it to the way it was 200 years ago. Cues from National Geographic

In the apocalyptic pessimism about climate change, good news comes from a small, lonely valley in Iceland where carbon is literally being ‘ripped’ from the atmosphere and buried underground. The news is reported by National Geographic.

It is a plant that uses filters and fans to trap CO2; the carbon is separated from the air and then shot deep underground where the CO2 fuses with basalt, a very porous rock found underground in Iceland and many other parts of the world.

“The reason the plant is considered a sort of :gold standard” for carbon removal is that, once the carbon has somehow solidified in the rock, it will essentially stay there forever and never dissipate into the air again, National Geographic writes.

The eyes of many scientists and scholars are now on this little corner of the planet because the technique could really help reverse the effects of fossil fuels.

We currently breathe in 50% more carbon than we did in the first half of the 1800s, and it is its high concentration that is the primary cause of global warming.

It is, unfortunately, a very expensive technology but, if applied on a large scale, it could have a big impact. We could go back to breathing air (with the amount of CO2 reduced) as we did 200 years ago.

Carbon hunting, or rather carbon capture, is considered by many scientists to be an essential technique for cutting emissions.

UN scholars from the Intergovernmental Panel for Climate Change (IPCC) have long pointed to carbon capture as one of the key strategies for achieving the goals set out in the Paris Agreement.

British glaciologist Peter Wadhams, who has dedicated his entire life to studying the Arctic ice, in the face of its melting, believes that cutting emissions will not be enough to halt the warming process: “We may be able to reduce the CO2 we put into the atmosphere today”, Wadhams explains, “but to reverse course we will also have to remove a lot of the CO2 we have released in the last 200 years”.

Carbon capture is in fact the new challenge against time, and perhaps an important answer could come from a small corner of Iceland.

(riproduzione autorizzata citando la fonte)

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