La Svezia non appoggia più le milizie curde in Siria. Sullo sfondo, la Turchia e la NATO

Sabato la Svezia ha annunciato la cessazione del suo sostegno alle milizie delle Forze Democratiche Siriane (SDF). Ciò è avvenuto due giorni prima della visita del primo ministro svedese in Turchia per condurre i negoziati sull’adesione del Regno alla NATO. Le milizie hanno continuato la campagna di arresti iniziata qualche giorno fa contro i residenti della città di Jadida Bakara, nella campagna orientale di Deir-ez-Zor. In precedenza avevano impedito a un convoglio delle forze di occupazione statunitensi di entrare nella città.

Il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström ha spiegato in un’intervista a una radio svedese che il suo nuovo governo non chiede più un sostegno “incondizionato” alle milizie curde delle Unità di protezione del popolo (YPG), che costituiscono la spina dorsale delle SDF e rappresentano il braccio armato del Partito dell’Unione democratica (PYD). Questo sviluppo sembra essere l’adeguamento della Svezia alle condizioni del regime turco, che impedisce l’adesione di quest’ultimo alla NATO fino a quando non smetterà di sostenere le milizie che il regime del presidente turco Recep Tayyip Erdogan considera terroristiche e che gli Stati Uniti considerano un loro alleato.

The Syrian Observer

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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