Pace nell’inter-in-dipendenza / Peace in inter-in-dependence

(Marco Emanuele) 

Occorre riscoprire il vincolo profondo che ci lega: l’unico scenario realistico per generare ‘futuri possibili’.

Se ragioniamo di ‘destino planetario’, ciò che tiene insieme le sorti dell’umanità e del pianeta, la nostra libertà non può che nascere nel vincolo dell’inter-in-dipendenza. Questo è un punto decisivo nella nostra riflessione nel nuovo umanesimo, per la pace.

Il vincolo ci libera. Può sembrare un paradosso ma il vincolo esprime, nei fatti, la traiettoria di un realismo efficace perché adeguato ai tempi che viviamo. Dire che le dinamiche storiche non sono separabili l’una dall’altra, e che non possono essere comprese né governate separatamente, significa lavorare per nuove responsabilità. Dobbiamo ri-pensare (pensare continuamente) l’impianto complesso e complessivo (morale, culturale, politico-istituzionale, economico, giuridico) della nostra convivenza. Ciò significa che, nella trasformazione (che non è ‘solo’ cambiamento), dobbiamo adottare la logica del mondo-mosaico: al centro vi è la relazione con i suoi nodi di avanzamento, di conflitto tra differenze e di arretramento.

A ben guardare, considerando la parola ‘pace’ come sintesi dei ‘futuri possibili’ (comprendendo in essa lo sviluppo sostenibile e la giustizia), occorre lavorare per dare sostanza storica (finalmente !) a ciò che non abbiamo fatto dopo il crollo del muro di Berlino e l’implosione dell’Unione Sovietica: lavorare nel profondo dei nostri paradigmi di riferimento. Uscire dal novecento.

Nel ‘mondo in tre mondi’ (innovazione e connettività/disagio sociale e disuguaglianze/ conflitti armati e muri) e nella necessaria tri-unità di analisi del conflitto (naturalità, necessità e limiti)/mediazioni/visioni, ciò che davvero trasforma (con tutto il resto ma con massima potenza e invasività) è la rivoluzione tecnologica. Sono le frontiere dell’intelligenza artificiale, tra rischi e opportunità, che ci ricordano l’importanza di essere radicali, profondi e trasversali. Nessun singolo approccio, infatti, è più sufficiente per garantire decisioni realisticamente geostrategiche. Benvenuti nell’inter-in-dipendenza.

(English version) 

We need to rediscover the profound bond that binds us: the only realistic scenario to generate ‘possible futures’.

If we think about ‘planetary destiny’, what holds together the fate of humanity and the planet, our freedom can only be born in the bond of inter-in-dependence. This is a decisive point in our reflection in the new humanism, for peace.

The bond frees us. It may seem like a paradox but the bond expresses, in fact, the trajectory of a realism that is effective because it is adequate for the times we live in. Saying that historical dynamics are not separable from each other, and that they cannot be understood or governed separately, means working towards new responsibilities. We must re-think (continuously thinking) the complex and overall system (moral, cultural, political-institutional, economic, legal) of our coexistence. This means that, in transformation (which is not ‘just’ change), we must adopt the logic of the mosaic world: at the center there is the relationship with its nodes of advancement, of conflict between differences and of retreat.

Upon closer inspection, considering the word ‘peace’ as a synthesis of ‘possible futures’ (including sustainable development and justice), we need to work to give historical substance (finally!) to what we did not do after the collapse of the wall of Berlin and the implosion of the Soviet Union: working in the depths of our reference paradigms. Leaving the twentieth century.

In the ‘world in three worlds’ (innovation and connectivity/social disease and inequalities/armed conflicts and walls) and in the necessary tri-unity of conflict analysis (naturalness, necessity and limits)/mediations/visions, what really transforms (with everything else but with maximum power and invasiveness) is the technological revolution. The frontiers of artificial intelligence, between risks and opportunities, remind us of the importance of being radical, profound and transversal. In fact, no single approach is sufficient to guarantee realistic geostrategic decisions. Welcome to inter-in-dependence.

(riproduzione autorizzata citando la fonte – reproduction authorized citing the source)

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