La ‘diplomazia della misericordia’. Oltre il potere costituito

L’espressione ‘diplomazia della misericordia’ si colloca oltre le solite frasi tipiche della retorica del potere costituito. Già l’espressione è un capolavoro di complessità.

La Santa Sede ragiona sulla pace e sulla guerra in maniera radicalmente diversa da quella a cui siamo abituati. Per questo risulta difficilmente comprensibile. Anzitutto, ci permettiamo notare, è un’attività che non usa termini come ‘vittoria’ o ‘sconfitta’ perché la sua opera lavora per trasformare il male, ben conoscendolo come parte ineliminabile della condizione umana, e per ri-creare condizioni di dialogo.

All’apparenza fragile rispetto all’intensità distruttrice della guerra, la ‘diplomazia della misericordia’ lavora dentro, tentando incessantemente di ri-congiungere gli opposti. La Santa Sede sa che la pace è un intenso lavorìo di trasformazione, non la semplicistica assenza di guerra: occorre operare per un cessate il fuoco in vista di una pace che appartenga al campo della libertà e della condivisione.

Tanti sono gli elementi che riguardano la guerra in Ucraina: abbiamo imparato a conoscerli in questi mesi drammatici. Ma le informazioni che ci arrivano non permettono, nell’incrocio delle rispettive propagande, di capire davvero cosa stia accadendo sul campo. Gli analisti strategici elaborano i loro scenari, non solo militari ma con sguardo più ampio, ma ciò che occorre curare sono le ferite che i popoli martoriati portano nella loro carne e che i territori soffrono a causa delle devastazioni provocate dai combattimenti.

Il mosaico di complessità rappresentato dalla situazione in Ucraina non è separabile. Lo sa bene la Santa Sede, da sempre abituata a guardare ai conflitti e alle guerre con uno sguardo ben diverso da quello delle Cancellerie e, soprattutto, libero da interessi.

Non sappiamo come si organizzerà e come evolverà la missione affidata da Papa Francesco al Presidente della CEI. Possiamo solo immaginare che si tratti di un tentativo fuori dagli schemi classici, caratterizzato da dinamiche altre, e creative, che il pensiero lineare e costituito, ancora dominante, non riesce a incasellare nei suoi schemi pre-definiti.

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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