Climate change. Il nostro momento fragile

(Marzia Giglioli)

Nuovo allarme di Michael E. Mann, climatologo di fama mondiale. C’è un’accelerazione e i dati vanno rivisti per evitare la catastrofe

Per il climate change siamo al punto dellla nostra massima fragilità, in bilico se trovare le soluzioni o innescare la caduta. Lo afferma il climatologo di fama mondiale Michael Mann che sembra dettare anche il paradigma di ciò che stiamo vivendo, sospesi su quel punto che separa il bilico dall’abisso. Al punto di fragilità climatica siamo arrivati dopo 25 anni di lento e inesorabile cambiamento.

Nel 1998, che era l’anno più caldo mai registrato prima, Mann scrisse la famosa curva che misurava il riscaldamento del pianeta attirando l’attenzione di tutto il mondo. Quella curva raccontava la nostra storia dall’era preindustriale a quella della rivoluzione industriale e indicava il futuro pericoloso.

Oggi i tempi si stringono e, rispetto alle previsioni, avverte Mann, ci sono dei dati che indicano una pericolosa accelerazione. Ora la domanda è una sola: quanto siamo vicini alla soglia di un riscaldamento planetario veramente pericoloso? Per ora la stima convenzionale è che dobbiamo ridurre le emissioni di carbonio del 50% entro la fine di questo decennio per evitare un riscaldamento di 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali, per non vedere conseguenze climatiche molto peggiori.

Ma, come scrive Mann su Time, “quando esaminiamo le simulazioni dei modelli climatici e i dati che abbracciano l’era comune, scopriamo che le stime convenzionali potrebbero non cogliere alcuni decimi di grado del riscaldamento iniziale causato dall’uomo e avvenuto prima della metà del diciannovesimo secolo, quando è iniziato il record storico della temperatura”.

“Se così fosse” – spiega ancora Mann – “dovremmo pensare al 40% in meno di carbonio da bruciare rispetto a quanto suggerito dai modelli attuali. E, se così fosse, ciò significa che i Paesi di tutto il mondo dovranno sostanzialmente aumentare gli impegni per evitare la catastrofe climatica”.

Finora si è rimasti troppo ad aspettare perché i segnali del riscaldamento globale erano sottili ma “ora ci guardano in faccia sotto forma di ondate di caldo, incendi, inondazioni e tempeste senza precedenti, come nella scorsa estate. Quindi è tempo di andare oltre ed esaminare cos’altro possiamo imparare dai dati che stiamo affrontando ora”.

In pratica, stanno emergendo le prove che stiamo rapidamente lasciando quest’era di stabilità climatica e ci troviamo ora in quello che Mann definisce il “nostro momento fragile”. “C’è ancora tempo per preservare quel momento, ma solo se si agisce con urgenza. Dobbiamo chiedere maggiore ambizione ai nostri leader quando si riuniranno a Dubai il mese prossimo al vertice internazionale sul clima. Forse è l’ultima opportunità”.

Michael Mann è professore di scienze atmosferiche e direttore dell’Earth System Science Center presso la Penn State University. È l’autore del libro Our Fragile Moment: How Lessons from Earth’s Past Can Help Us Survive the Climate Crisis

(riproduzione autorizzata citando la fonte)

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