Critica alla ‘democrazia compiuta’ – The nonsense of ‘accomplished democracy’

La crisi de-generativa delle democrazie liberali passa sia da fattori interni, che si protraggono da molti anni e che analizzeremo, sia da attacchi esterni, soprattutto legati alla misinformazione, alla disinformazione e al cyber.

Viviamo una condizione onlife nella quale il mondo fisico e quello digitale sono profondamente interconnessi: esiste, in sostanza, una unica realtà.

I processi democratici, che mai si esauriscono nelle fasi elettorali, sono realtà complesse. Se esistono regole e istituzioni formali, altrettanto importanti sono le dinamiche immateriali che costruiscono l’esperienza democratica, per sua natura in-divenire. Ciò mostra come l’espressione ‘democrazia compiuta’ sia sostanzialmente priva di senso.

La democrazia, infatti, è in ri-forma, continuamente formandosi nelle condizioni storiche date e nella partecipazione (o meno) delle comunità umane che la abitano. La democrazia è una entità fragile, certo attaccabile e, nella realtà di oggi, in progressivo svuotamento di senso. La misinformazione e la disinformazione, in particolare, generano confusione: si sta passando dalla naturalità delle crisi democratiche alla loro de-generazione.

Dovremmo prestare maggiore attenzione alla democrazia come sentimento collettivo e come esperienza di partecipazione. Occorre uscire dalla tentazione, che può facilmente diventare auto-inganno, di sistemi democratici come modello di compiutezza. È il classico auto-inganno generato da un pensiero lineare che si scontra, inevitabilmente perdendo, contro la fluidità caotica di un mondo in radicale (e non sempre positiva) trasformazione.

La trasformazione in atto, nella crescente complessità, ci dice quanto le nostre certezze consolidate siano destinate a crollare: è proprio in democrazia che la negazione dell’incertezza (costitutiva della nostra condizione umana) la trasforma in insicurezza, aumentando lo smarrimento e rafforzando la fragilità sistemica.

Noi-umanità abbiamo bisogno di vivere in democrazie in-compiute, non smarrendone i fondamenti ma sapendo che tali fondamenti potranno avere e ri-trovare senso solo nel futuro-già-presente (l’oltre che ci attraversa). Dobbiamo mettere in campo la nostra responsabilità culturale e politica: il resto è povera cronaca, a tratti misera.

(English version) 

The de-generative crisis of liberal democracies comes both from internal factors, which have been going on for many years and which we will analyse, and from external attacks, mainly related to misinformation, disinformation and cyber.

We live in an onlife condition in which the physical and digital worlds are deeply interconnected: there is, in essence, a single reality.

Democratic processes, which never end in election phases, are complex realities. While there are formal rules and institutions, equally important are the intangible dynamics that construct the democratic experience, which is by its very nature in-progress. This shows how the expression ‘completed democracy’ is essentially meaningless.

Democracy, in fact, is in re-formation, continually forming itself in the given historical conditions and in the participation (or otherwise) of the human communities that inhabit it. Democracy is a fragile entity, certainly attackable and, in today’s reality, progressively emptying of meaning. Misinformation and disinformation, in particular, generate confusion: we are moving from the naturalness of democratic crises to their de-generation.

We should pay more attention to democracy as a collective feeling and as an experience of participation. We need to move away from the temptation, which can easily become self-deception, of democratic systems as a model of completeness. It is the classic self-deception generated by linear thinking that clashes, inevitably losing, against the chaotic fluidity of a world undergoing radical (and not always positive) transformation.

The ongoing transformation, in increasing complexity, tells us how much our established certainties are destined to collapse: it is precisely in democracy that the denial of uncertainty (constitutive of our human condition) turns it into insecurity, increasing bewilderment and reinforcing systemic fragility.

We-humanity need to live in in-complete democracies, not losing the foundations but knowing that these foundations can only have and find meaning again in the future-yet-present (the beyond that passes through us). We must put our cultural and political responsibility into play: the rest is poor reporting, at times paltry.

Per un multilateralismo riformato – For a reformed multilateralism | The Global Eye

Lo svuotamento democratico – Democratic emptying | The Global Eye

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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