Uscire dagli auto-inganni del presente imminente

E’ molto chiaro, per chi voglia vedere, che la guerra in Ucraina ci sta offrendo una grande opportunità storica. Dirlo può apparire un paradosso e cerco di argomentare.

La tragedia della guerra di occupazione operata da Putin e dal suo gruppo di potere a danno dell’Ucraina mostra quanto non si siano governate politicamente le dinamiche storiche e strategiche dalla implosione dell’Unione Sovietica a oggi.

Se, attraverso la memoria storica dei protagonisti della storia negli ultimi trent’anni si possono ricostruire le dinamiche che ci hanno portato all’oggi, abbiamo la responsabilità – da intellettuali impegnati – di costruire prospettive teorico-pragmatiche che qui si definiscono di un “progetto di civiltà”. L’ascolto della realtà e dei mondi, ho scritto in precedenti contributi, è fondamentale.

L’impressione è che i centri di elaborazione strategica a livello internazionale stiano girando pericolosamente intorno a paradigmi consumati, servendosi di un pensiero ancora sostanzialmente lineare. Ma le sfide, lo vediamo ogni giorno, sono “glocali” (superano i confini nazionali e, al contempo, entrano nei nostri territori e condizionano la nostra vita quotidiana) e chiedono un approccio che tenga conto delle complessità costitutive e della loro ineliminabile interrelazione: questo approccio è il “pensiero complesso”.

In tale contesto, inoltre, la rivoluzione tecnologica lavora a rendere più veloci e più radicali i cambiamenti, ponendo i sistemi-in-metamorfosi (spesso superando la capacità umana di comprensione) e ampliando (spesso pericolosamente) questioni antiche quanto l’uomo come, a esempio, la disinformazione in tempo di guerra.

Si leggono analisi interessanti di persone che cercano di uscire dagli auto-inganni del presente imminente. Ma ciò che può fare davvero la differenza è la com-presenza di  ascolto profondo, pensiero critico e complesso, talento della mediazione e costruzione della visione. Il tutto non pensando di avere una ricetta compiuta e definitiva ma, con umiltà, lavorando in progress in una realtà planetaria che non può più essere “ordinata” com’era nel mondo che non c’è più.

Riflessioni collegate

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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