(Carlo Rebecchi)
Il Consiglio Europeo ha deciso di aprire i negoziati per l’accesso dell’Ucraina all’Unione Europea. Al momento del voto l’unico oppositore, il premier ungherese Viktor Orban, non era presente nella sala, né aveva lasciato deleghe. Il via libera al negoziato di adesione, secondo hanno precisato fonti europee, è ‘una decisione presa dal Consiglio europeo che non è stata bloccata da alcuno Stato’. In sostanza, si è considerato Orban come ‘un membro del Consiglio che non si è espresso in modo contrario’ essendosi autoescluso dalla decisione, e ‘per questo la decisione politica del Consiglio europeo è valida a tutti gli effetti legali’.
Lo stesso Orban, ricomparso dopo il voto, ha indirettamente confermato che il suo ‘auto allontanamento temporaneo’ dalla riunione in corso è stato parte di uno stratagemma per superare il suo ‘no’, che avrebbe aperto nell’Unione una grave crisi. Il premier ungherese ha infatti riconfermato la sua contrarietà alla decisione presa. ‘La posizione dell’Ungheria’ -ha ripetuto – ‘è chiara: avviare i negoziati con l’Ucraina in queste circostanze è una decisione del tutto insensata, irrazionale e sbagliata, e l’Ungheria non cambierà la propria posizione’ che ha accettato ‘perché gli altri 26 Paesi hanno insistito’. ‘Per questo’ – ha scritto Orban su Facebook – ‘l’Ungheria ha deciso che se i 26 decideranno di farlo (di aprire il negoziato con l’Ucraina, ndr) dovranno andare per la loro strada’.
Al di là del modo in cui l’approvazione dell’avvio del negoziato è stata presa, il presidente ucraino Volodimir Zelensky si è detto più che soddisfatto. ‘Questa è una vittoria per l’Ucraina. Una vittoria per tutta l’Europa. Una vittoria che ci motiva, ci ispira e ci rafforza’ ha affermato su X (ex Twitter). Il Consiglio europeo ha anche dato il via libera all’avvio di negoziati per l’adesione della Moldavia. E’ stato inoltre concesso lo status di Paese candidato alla Georgia e ‘la Ue aprirà negoziati con Bosnia e Erzegovina una volta che avranno raggiunto il grado necessario di rispetto dei criteri per partecipare all’Unione europea in vista di prendere tale decisione’.
(English version)
The European Council has decided to open negotiations for Ukraine’s accession to the European Union. At the time of the vote the only opponent, the Hungarian Prime Minister Viktor Orban, was not present in the room, nor had he left any proxies. The green light for accession negotiations, according to European sources, is ‘a decision taken by the European Council which has not been blocked by any State’. In essence, Orban was considered as ‘a member of the Council who did not express himself against it’ having excluded himself from the decision, and ‘for this reason the political decision of the European Council is valid for all legal purposes’. Orban, who reappeared after the vote, indirectly confirmed that his ‘temporary self-removal’ from the ongoing meeting was part of a ploy to overcome his ‘no’, which would have opened a serious crisis in the Union. The Hungarian prime minister has in fact reconfirmed his opposition to the decision taken. ‘Hungary’s position’ – he repeated – ‘is clear: starting negotiations with Ukraine in these circumstances is a completely senseless, irrational and wrong decision, and Hungary will not change its position’ which he accepted ‘ because the other 26 countries insisted’. ‘For this reason’ – Orban wrote on Facebook – ‘Hungary has decided that if the 26 decide to do so (to open negotiations with Ukraine, ed.) they will have to go their own way’. Regardless of the way in which the approval of the start of negotiations was taken, Ukrainian President Volodimir Zelensky said he was more than satisfied. ‘This is a victory for Ukraine. A victory for all of Europe. A victory that motivates us, inspires us and strengthens us’, he said on X (formerly Twitter). The European Council also gave the green light to the start of negotiations for the accession of Moldova. Candidate country status was also granted to Georgia and ‘the EU will open negotiations with Bosnia and Herzegovina once they have achieved the necessary degree of compliance with the criteria for participation in the European Union with a view to taking such a decision’.
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