Pavel K. Baev, esperto russo e analista di lunga data della Jamestown Foundation, ha recentemente descritto nei dettagli l’atmosfera di assurdità psicologica che ha regnato alla recente conferenza del Valdai Club in merito alla partecipazione e ai commenti del presidente Vladimir Putin (cfr. EDM, 31 ottobre). Tuttavia, oltre alle puntuali osservazioni di Baev, sembra fondamentale citare un altro aspetto significativo: il forte aumento della retorica anti-occidentale del presidente russo. Lo si era già visto spesso nei suoi discorsi, ma con l’inizio della guerra su larga scala contro l’Ucraina, la retorica di Putin ha assunto un tono sempre più critico. Inoltre, è sempre più evidente l’impressione che il presidente russo stia incolpando l’Occidente per ciò che è direttamente opera sua.
Così, quando ha annunciato l’inizio dell'”operazione militare speciale” – cioè l’invasione di un Paese indipendente – Putin ha definito “aggressore” non se stesso, ma l’Occidente. Ha dichiarato che la Russia “non ha intenzione di occupare i territori ucraini” (anche se ha comunque annesso quattro regioni dell’Ucraina nel settembre 2022), ma l'”impero della menzogna”, per lui, continua ad arrivare dall’Occidente (Cremlino.ru, 24 febbraio).
Putin’s Double Standards: A Unitary Empire for a ‘Multipolar World’ – Jamestown