(Marzia Giglioli)
Crisi e policrisi. Il cambiamento climatico obbliga a rivedere tutti i parametri, da quelli economici a quelli sociali. La transizione richiede nuove competenze e nuove soluzioni. Anche i conflitti vanno interpretati in modo differente rispetto al passato, pur se – apparentemente – i motivi scatenanti sembrano essere ancora legati a vecchi modelli egemonici.
Di fatto assistiamo ad un ordine politico globale in frattura e, parallelamente, assistiamo alla proliferazione dell’intelligenza artificiale che potrebbe creare nuovi modelli attualmente impensabili.
Per affrontare il futuro, e per proporre risposte possibili, prendiamo spunto da una riflessione del World Economic Forum (pubblicata su Forbes).
‘Il modo in cui affronteremo questi cambiamenti dipenderà in gran parte da chi ci guiderà’.
Ma quale significato assume oggi la definizione di ‘buona leadership’, di fronte a sfide cosi complesse?
E, soprattutto, le nostre regole sono davvero in grado a dare risposte a nuove pratiche inclusive e sostenibili ? E chi potrà interpretarle ?
Una ricerca di Deloitte mostra che solo il 23% dei dipendenti ritiene che i leader della propria organizzazione abbiano attualmente le capacità necessarie per gestire un mondo che appare sempre più sconvolto e senza confini.
Questa percepita ‘mancanza’ sembra derivare dal fatto che viviamo una profonda ‘impreparazione’ rispetto alle implicazioni e alle opportunità di questo nuovo mondo in cui stiamo entrando.
Dallo studio emerge anche l’identikit ideale dei nuovi ‘decisori’ in cui risaltano come caratteristiche essenziali: l’adattabilità, la comprensione interculturale e la lungimiranza.
Bisogna saper navigare il futuro e il nuovo mantra è saper creare nuovi modelli più complessi e adattabili.
Dal 2004, il Forum of Young Global Leaders del World Economic Forum ha creato una piattaforma destinata ai leader per sperimentare nuove idee e definire strategie. Il suo programma triennale di sviluppo della leadership promuove una cultura della diversità e della collaborazione, dotando i futuri leader delle competenze necessarie per eccellere in un mondo sempre più complesso. In pratica, un laboratorio in cui spicca la conoscenza permanente ma soprattutto l’adozione di nuovi modelli.
Victor Ochen, Young Global Leader e candidato al Premio Nobel, ha proposto un nuovo modello per organizzare gli aiuti in molte aree di crisi. Con la sua organizzazione, l’African Youth Initiative Network, ha fornito supporto in vari Paesi africani a oltre 21.000 persone colpite da atti violenti e ha portato la sua esperienza anche in Ucraina . ‘Si tratta’, ha detto, ‘di una esperienza preziosa per i futuri leader’ .
Servono nuove competenze per navigare il futuro e la parola chiave sembra essere ‘disruption’. Niente può più essere come prima.
(English version)
Crisis and polycrisis. Climate change forces a review of all parameters, from economic to social. The transition requires new skills and new solutions. Conflicts, too, must be interpreted differently than in the past, although – apparently – the triggers still seem to be linked to old hegemonic models.
In fact, we are witnessing a fractured global political order and, in parallel, we are witnessing the proliferation of artificial intelligence that could create new models that are currently unthinkable.
To address the future, and to propose possible responses, we take a cue from a reflection by the World Economic Forum (published in Forbes).
‘How we deal with these changes will largely depend on who will lead us’.
But what does the definition of ‘good leadership’ mean today, in the face of such complex challenges?
And, above all, are our rules really capable of providing answers to new inclusive and sustainable practices? And who will be able to interpret them?
Research by Deloitte shows that only 23% of employees believe that the leaders of their organisation currently have the necessary skills to manage a world that appears increasingly disrupted and borderless.
This perceived ‘lack’ seems to stem from the fact that we are experiencing a profound ‘unpreparedness’ for the implications and opportunities of this new world we are entering.
The study also reveals an ideal identikit of new ‘decision-makers’ in which adaptability, intercultural understanding and foresight stand out as essential characteristics.
We must be able to navigate the future and the new mantra is to be able to create new, more complex and adaptable models.
Since 2004, the World Economic Forum’s Forum of Young Global Leaders has created a platform for leaders to experiment with new ideas and define strategies. Its three-year leadership development programme promotes a culture of diversity and collaboration, equipping future leaders with the skills they need to excel in an increasingly complex world. In practice, a laboratory in which lifelong learning, but above all the adoption of new models, stands out.
Victor Ochen, Young Global Leader and Nobel Prize candidate, has proposed a new model for organising aid in many crisis areas. With his organisation, the African Youth Initiative Network, he has provided support in various African countries to over 21,000 people affected by violence and has also brought his experience to Ukraine . ‘This is’, he said, ‘a valuable experience for future leaders’.
New skills are needed to navigate the future and the key word seems to be ‘disruption’. Nothing can ever be the same again.
(riproduzione autorizzata citando la fonte)