Tante analisi considerano il rischio di una ‘terza guerra mondiale a pezzi’. L’orizzonte nucleare ci fa paura.
Vorremo evitare visioni apocalittiche per concentrarci, invece, sulla necessità di visioni politiche. La vera ‘terza guerra mondiale’ è nella non governata megacrisi de-generativa che sta percorrendo il pianeta e le nostre vite.
Laddove tutto è inestricabilmente interrelato, non esiste al mondo qualcosa che non ci riguardi. Ciò che accade in Ucraina è, al contempo, una tragedia per il popolo ucraino invaso, un problema europeo di sicurezza non solo energetica, un problema di tenuta trasatlantica, un problema globale.
Questa guerra è dentro l’ondata inflazionistica che determina un crescente costo della vita, le disuguaglianze, il progressivo ‘svuotamento’ delle democrazie liberali, le pandemie emerse ed emergenti, la crisi climatica, le trasformazioni demografiche, la gigantesca riconfigurazione dei rapporti di potere, il sostanziale fallimento del multilateralismo e così via.
La guerra in Ucraina è soltanto una delle tante guerre guerreggiate che insanguinano il mondo. Ma, per distanza e per minor impatto su di noi, tendiamo a dimenticarle.
Insomma, la ‘terza guerra mondiale a pezzi’ riguarda la insostenibilità politico-strategica del mondo e dei mondi. Dovremmo imparare che la sostenibilità è un processo complesso che richiede un pensiero ben diverso da quello lineare che ancora utilizziamo: peccato che, negli ultimi trent’anni, sia radicalmente cambiato il mondo.
Vogliamo la pace ed è giusto che si cerchi in ogni modo di far cessare la guerra in Ucraina, continuando ad aiutare anche militarmente quel Paese. Ma, a ben guardare, il problema è più ampio: se la politica non si riappropria della complessità del reale, non limitandosi ad inseguirla ma ponendosi sul piano di un necessario cambio di rotta sistemico e strutturale, potremmo vivere solo periodi di pace come assenza di guerra.
English version
Many analyses consider the risk of a ‘third world war in pieces’. The nuclear horizon frightens us.
We would like to avoid apocalyptic visions and focus instead on the need for political visions. The real ‘third world war’ is in the ungoverned de-generative megacrisis that is sweeping the planet and our lives.
Where everything is inextricably interrelated, there is nothing in the world that does not concern us. What is happening in Ukraine is, at the same time, a tragedy for the invaded Ukrainian people, a European problem of security, not just energy security, a transatlantic holding problem, a global problem.
This war is within the inflationary wave leading to a rising cost of living, inequalities, the progressive ‘hollowing out’ of liberal democracies, emerging and emerging pandemics, the climate crisis, demographic transformations, the gigantic reconfiguration of power relations, the substantial failure of multilateralism, and so on.
The war in Ukraine is just one of the many wars that stain the world with blood. But, due to distance and less impact on us, we tend to forget them.
In short, the ‘third world war in pieces’ is about the political-strategic unsustainability of the world and worlds. We should learn that sustainability is a complex process that requires quite different thinking from the linear thinking we still use: world has changed radically in the last thirty years.
We want peace and it is right that every effort should be made to put an end to the war in Ukraine, while continuing to help that country even militarily. But, on closer inspection, the problem is broader: if politics does not re-appropriate itself with the complexity of reality, not limiting to chasing it but setting itself on the level of a necessary systemic and structural change of course, we could only experience periods of peace as the absence of war.