(di Marco Emanuele)
Per chi, come noi, si occupa di pensiero complesso e sostenibilità sistemica, le pagine geopolitiche di Nathalie Tocci rappresentano un arricchimento.
Mi ritrovo nelle pagine di Tocci soprattutto laddove l’Autrice sottolinea che, per l’Europa, sicurezza energetica e transizione ecologica non sono temi antitetici l’uno all’altro ma che devono stare insieme. Possiamo avere sicurezza energetica senza decarbonizzazione ? La traiettoria storica descritta da Tocci mostra tutte le difficoltà vissute dall’Europa negli ultimi anni, travagliati e turbolenti via pandemia e guerra in Ucraina.
Eppure, se l’Europa vuole tornare ad essere resiliente e ad avere voce, non come sommatoria di ‘piccole patrie’ ma come soggetto complesso e player globale, deve considerare i cambiamenti climatici la vera minaccia che oggi fa la differenza per la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta.
Al di là degli inutili dibattiti che contrappongono gli scienziati di parte, i cambiamenti climatici ci sono, eccome. E si vedono, praticamente ogni giorno e a ogni latitudine, sempre più frequenti, intensi e imprevedibili. Occorre che torni l’Europa visionaria, quella che – meglio considerando i tempi e le modalità della transizione – accolga il futuro già presente e dica ai suoi figli e ai suoi nipoti che esiste per loro.
(English version)
For those who, like us, deal with complex thinking and systemic sustainability, Nathalie Tocci’s geopolitical pages are an enrichment.
I find myself in Tocci’s pages especially where the author emphasises that, for Europe, energy security and ecological transition are not antithetical to each other but that must stand together. Can we have energy security without decarbonisation? The historical trajectory described by Tocci shows all the difficulties experienced by Europe in recent years, troubled and turbulent due to the pandemic and war in Ukraine.
Yet, if Europe wants to become resilient and have a voice again, not as a sum of ‘small homelands’ but as a complex subject and global player, the ‘Old Continent’ must consider climate change the real threat that makes the difference to the survival of humanity and the planet today.
Beyond the useless debates pitting scientists against each other, climate change is here. And we see this threat, practically every day and at every latitude, becoming more frequent, intense and unpredictable. What is needed is the return of the visionary Europe, the Europe that – better considering the timing and modalities of the transition – embraces the future already present and tells its children and grandchildren that it exists for them.
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