Il già e il non ancora – The already and the not yet

Sintesi perfetta della condizione umana in ogni tempo, “il già e il non ancora” è espressione particolarmente adeguata per descrivere la vita di ciascuno di noi nel tempo della grande trasformazione e della grande transizione: siamo nel pieno di un cambio di era.

Siamo disabituati, anzitutto culturalmente, a pensare la frontiera e la periferia, concentrati totalmente sull’individuazione ossessiva di un centro che, soprattutto nel mondo a-polare post-9 novembre 1989 e provato dalla recente pandemia, dalla guerra nel cuore dell’Europa, dalla guerra mondiale a pezzi e dalla megacrisi de-generativa in atto, fatichiamo a trovare.

Siamo dentro le frontiere di una storia che non finisce e che, al contempo, ci mostra le grandi potenzialità del tempo storico che viviamo e gli altrettanti rischi che esso porta con sé: basti pensare alla rivoluzione tecnologica.

Siamo tutti migranti e potenziali naufraghi: siamo davanti al mare, fragili, desiderosi di lasciare le amarezze che percorrono il mondo, e ogni nostro mondo, ma impauriti dall’incerto e dall’ignoto. Vite in bilico, viviamo perennemente tra ciò  che siamo stati (la certezza) e ciò che diventiamo ma che ancora non conosciamo (l’incertezza): noi stessi siamo frontiera.

Per questa ragione, dentro “il già e il non ancora”: dobbiamo lavorare sullo sviluppo umano integrale consapevoli dei nostri limiti e delle nostre potenzialità; dobbiamo maturare giudizio storico, la capacità di comprendere e di com-prendere la storia che abbiamo il diritto-dovere di governare; dobbiamo scegliere il pensiero complesso e critico perché quello lineare, e anche quello antagonista, ci hanno portati nella situazione in cui siamo, d’insostenibilità politico-strategica del mondo e dei mondi.

(English version) 

A perfect synthesis of the human condition in all times, ‘the already and the not yet’ is a particularly appropriate expression to describe the life of each of us in the time of the great transformation and transition: we are in the midst of an era change.

We are unaccustomed, first and foremost culturally, to thinking of the frontier and the periphery, totally focused on the obsessive identification of a centre which, especially in the post-9 November 1989 a-polar world and tried by the recent pandemic, the war in the heart of Europe, the world war in pieces and the ongoing de-generational megacrisis, we struggle to find.

We are inside the frontiers of a history that does not end and that, at the same time, shows us the great potential of the historical time we are living in and the equally great risks it brings with it: just think of the technological revolution.

We are all migrants and potential castaways: we stand before the sea, fragile, eager to leave behind the bitterness that runs through the world, and every world of ours, but afraid of the uncertain and the unknown. Lives in the balance, we live perpetually between what we have been (the certainty) and what we become but do not yet know (the uncertainty): we ourselves are frontier.

For this reason, within ‘the already and the not yet’: we must work on integral human development, aware of our limits and our potential; we must mature historical judgement, the ability to understand and comprehend the history that we have the right-duty to govern; we must choose complex and critical thinking because linear thinking, and also the antagonistic one, have brought us to the situation we are in, of a political-strategic unsustainability of the world and worlds.

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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