Libertà e prosperità sono parole preziose.
Segnaliamo l’iniziativa di Atlantic Council (The Freedom and Prosperity Indexes: How nations create prosperity that lasts) sottolineando come il futuro delle democrazie liberali, il sistema istituzionale in grado di portare davvero libertà e prosperità, sia attaccato dai rischi portati dalla megacrisi de-generativa in atto e da ragioni interne alle democrazie stesse.
Chi ha studiato i totalitarismi del ‘900 sa che le democrazie non possono dirsi immuni dalla loro de-generazione. Le democrazie non sono (fortunatamente) sistemi perfetti e mai possono dirsi ‘compiute’.
Dobbiamo prestare molta attenzione all’importanza dell’auto-critica democratica. Perché le democrazie hanno una responsabilità in più rispetto ai regimi autocratici: nel tempo che viviamo, per essere credibili agli occhi dei propri cittadini, le classi dirigenti democratiche hanno il dovere storico di de-radicalizzare molte posizioni che hanno contribuito a fare del mondo ciò che viviamo. Sia chiaro: dire che le democrazie devono fare auto-critica non significa giustificare le azioni degli autocrati (come la guerra della Russia, o meglio di Putin e del suo gruppo di potere, all’Ucraina).
Non basta dire dire democrazia e mercato perché libertà e prosperità diventino fattuali. Lo abbiamo visto negli ultimi trent’anni nei quali scelte politiche sbagliate ci hanno portati in una situazione delicatissima e molto spesso esplosiva.
L’auto-critica democratica è ancora più necessaria oggi perché siamo nel pieno della riconfigurazione dei rapporti di potere a livello mondiale. Non è dogmatizzando la democrazia che il mondo migliorerà ma è comprendendone le fragilità, nel quadro della crescente complessità del mondo, che potremo dirci realisticamente democratici e sventolare le bandiere del dialogo, dimenticando quelle della separazione.
English version
Freedom and prosperity are precious words.
We mark the Atlantic Council’s initiative (The Freedom and Prosperity Indexes: How nations create prosperity that lasts) by pointing out that the future of liberal democracies, the institutional system that can truly bring freedom and prosperity, is under attack by the risks brought about by the current de-generative megacrisis and by reasons within the democracies themselves.
Those who have studied the totalitarianisms of the 20th century know that democracies cannot be said to be immune from their de-generation. Democracies are (fortunately) not perfect systems and can never be said to be ‘accomplished’.
We must pay close attention to the importance of democratic self-criticism. Because democracies have one more responsibility than autocratic regimes: in the times we live in, in order to be credible in the eyes of their citizens, democratic ruling classes have a historical duty to de-radicalise many positions that have contributed to making the world what we live in. Let us be clear: to say that democracies must do self-criticism is not to justify the actions of autocrats (such as Russia’s, or rather Putin and his power group’s, war on Ukraine).
It is not enough to say democracy and the market for freedom and prosperity to become factual. We have seen this in the last 30 years in which wrong political choices have led us into a very delicate and very often explosive situation.
Democratic self-criticism is even more necessary today because we are in the midst of the reconfiguration of power relations worldwide. It is not by dogmatising democracy that the world will improve, but it is by understanding its fragilities, in the context of the world’s growing complexity, that we will be able to call ourselves realistically democratic and wave the flags of dialogue, forgetting those of separation.