(Marco Emanuele)
La politica, rinchiusa nei confini nazionali, muore ogni istante di più nella follia che percorre il mondo.
La politica internazionale è gioco al massacro: tutto si riduce progressivamente in piccole patrie senza alcuna visione storica. Le dinamiche della storia ci travolgono, ovunque si svolgano.
I bambini uccisi in nome del male banale mentre cercano solo di mangiare rappresentano la fine di ogni modello di sviluppo, di ogni retorica, di qualsivoglia ragione si voglia porre davanti ai disastri della guerra mondiale a pezzi.
I bulli chiamano i bulli. La diplomazia deve muoversi dove l’umanità e il pianeta de-generano, nel pieno della inarrestabile rivoluzione tecnologica. L’uomo che vuole superare l’uomo rischia di dimenticare la propria umanitè, etica pragmatica.
Occorre ri-generare la speranza e, paradossalmente, gli uomini di buona volontà hanno davanti praterie infinite. Ma i paradigmi che in molti ancora utilizzano, pensiero lineare in testa, non hanno più cittadinanza nel mondo dalla crescente complessità.
Ciò che vediamo è del tutto insopportabile ma il compito di noi intellettuali è riprendere in mano il pensiero critico, l’unico che può aiutarci a capire: nel profondo di noi e della realtà.
(English version)
Politics, confined within national borders, is dying a little more every moment in the madness that is sweeping the world.
International politics is a game of massacre: everything is gradually reduced to small homelands without any historical vision. The dynamics of history overwhelm us, wherever they take place.
Children killed in the name of banal evil while trying only to eat represent the end of every model of development, of every rhetoric, of any reason one might put forward in the face of the disasters of a world war in pieces.
Bullies call bullies. Diplomacy must move where humanity and the planet are de-generating, in the midst of the unstoppable technological revolution. Man who wants to overcome man risks forgetting his own humanity, his pragmatic ethics.
We need to re-generate hope and, paradoxically, men of good will have endless prairies ahead of them. But the paradigms that many still use, linear thinking at the forefront, no longer have a place in an increasingly complex world.
What we see is completely unbearable, but the task of us intellectuals is to take up critical thinking again, the only that can help us understand: deep within ourselves and reality.