Conflitto e violenza

Per troppo tempo abbiamo negato il conflitto come alimento necessario per la crescita democratica. Abbiamo pensato che parole come conflitto, crisi, errore fossero solo negative. E abbiamo drammaticamente sbagliato.

Perché oggi, si vede chiaramente, i conflitti rischiano di diventare guerriglie e le crisi rischiano di trasformarsi in de-generazione. L’errore viene interpretato come peccato da punire e l’assenza di politica spinge irrimediabilmente sull’amministrazione della sicurezza, alzando lo scontro. Il gioco è fatto: l’incertezza di realtà diviene insicurezza e disagio.

Le violenze anarco-insurrezionaliste sono materia che lo Stato deve affrontare facendo lo Stato. Se le istituzioni non possono cedere su questo, altrettanto esse devono com-prendere (qualcosa di ben diverso dal semplice capire) la complessità di ciò che accade. Il caso Cospito è argomento sensibile e va affrontato con intelligenza istituzionale, politica. Le conseguenze di ciò che non si sceglie si vedono in ciò che diventa violenza, mostrandoci il lato negativo del conflitto.

Non possiamo permetterci altra violenza. Il tempo che viviamo chiede ri-flessione, il bisogno di calarsi nella realtà contraddittoria. Ciò che osserviamo, invece, è l’evidenza di una grave incomprensione: le derive peggiori sono dietro l’angolo.

 

 

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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