(Maria Eva Pedrerol)
E’ ormai ufficiale che il 2023 sia stato l’anno più caldo mai registrato e che siano stati battuti i record negativi dei gas serra. Agli allarmi che si sono susseguiti in questi mesi si aggiunge ora quello del World Meteorological Organization-WMO (Organizzazione Mondiale Meteorologica) che ha presentato a Ginevra il proprio rapporto sullo stato del clima mondiale 2023.
La WMO fu creata nel 1950 presso le Nazioni Unite per facilitare la cooperazione tra i servizi meteorologici nazionali e promuovere gli strumenti di misurazione e i metodi di osservazione.
I suoi membri registrano cosa accade e tracciano la mappa meteo del pianeta che conferma i dati che in questi mesi hanno raccontato l’accelerazione del climate change. I ghiacciai hanno sperimentato la più grande perdita di ghiaccio mai registrata (dal 1950), con un disgelo estremo in Nord America e anche in Europa ed in febbraio 2023 c’è stato un minimo storico del ghiaccio marino antartico, con un milione di chilometri quadrati in meno.
Dati allarmanti anche per le concentrazioni dei tre principali gas serra (diossido di carbono, metano e ossido nitroso) che nel 2023 hanno superato i dati record dell’anno precedente, secondo i dati preliminari del WMO.
Per non parlare degli incendi che hanno devastato grandi aree verdi. In Canada sono andati persi 14,9 milioni di ettari, mentre negli Stati Uniti il fuoco nell’arcipelago delle Hawaii ha lasciato il drammatico bilancio di circa cento vittime.
“Il cambiamento climatico è la sfida più grande che l’umanità deve affrontare”, ha detto il segretario generale della WMO Celeste Saulo presentando il rapporto. “Stiamo già agendo ma dobbiamo fare di più e farlo rapidamente”, aggiunge Saulo, incalzando a procedere a “drastiche riduzioni delle emissioni di gas serra”.
Secondo il rapporto, dagli anni ottanta, ogni decennio è stato più caldo del precedente e gli ultimi anni sono stati i più caldi mai registrati. L’aumento delle temperatura media decennale nel periodo 2014-2023è stato di circa 1,20 gradi Celsius. E il 2023 ha raggiunto una temperatura media globale vicina alla superficie di 1,45 gradi C., al di sopra dei livelli preindustriali. Commentando i dati in una nota, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è categorico: “Le azioni dell’umanità stanno bruciando la Terra”, sottolineando come si debba “rispondere agli aumenti record della temperatura con azioni pionieristiche” e bisogna “limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius”.
Le condizioni climatiche estreme, secondo il documento, hanno influito inoltre pesantemente sull’insicurezza alimentare, sulle migrazioni e sui problemi di salute della popolazione mondiale.
Ma il rapporto lascia spazio alla speranza. Ad esempio, l’anno scorso l’aumento della capacità rinnovabile ha avuto un aumento di quasi il 50%, arrivando a 510 Gigawats. Si tratta del più grande aumento osservato nel corso di due decenni.
Il costo dell’inazione è comunque troppo alto, anche se sono duplicati i flussi di finanziamenti relativi al clima a livello mondiale nel 2021-2022, rispetto al 2019-2020, arrivando a 1.300 miliardi di dollari, che equivale ad appena l’1% del Pil mondiale.
La parola ora è alla politica. Il rapporto è stato presentato prima della riunione ministeriale sul clima di Copenaghen, dove i ministri del clima si troveranno per la prima volta dopo la COP28 di Dubai dello scorso Dicembre.
Le sfide dei cambiamenti climatici non possono attendere.
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