Riprendiamo un passaggio di Francesco Citterich (Osservatore Romano, 21 marzo 2023): La siccità, insieme alla desertificazione, non è (—) un fenomeno esclusivamente africano. Per fare una mappatura della siccità nel mondo bisogna considerare che il fenomeno è in aumento quasi ovunque (in circa il 70% dei Paesi) fuorché ai poli (dove però il riscaldamento globale fa danni di altro tipo, come lo scioglimento dei ghiacci). Sono interessate dalla siccità anche l’Europa del sud, il Medio Oriente, ma anche l’Asia centrale, l’America del Centro e quella del Nord, e parte degli Stati Uniti. In queste regioni le condizioni di prolungata siccità hanno minacciato la produzione agricola, favorito incendi altamente distruttivi e messo in crisi la generazione di energia idroelettrica. Solo in Europa, la siccità provoca circa 9 miliardi di euro di danni ogni anno. Uno studio della Nasa sulla siccità, che dal 1998 a oggi imperversa sui Paesi del Mediterraneo orientale, dimostra che si tratta di un fenomeno mai visto negli ultimi 900 anni. Lo studio si basa prevalentemente su osservazioni indirette, per esempio sul confronto degli anelli degli alberi, per interpretare l’evoluzione del clima e valutare l’influenza dell’uomo. I dati storici sugli alberi sono quelli del Old World Drought Atlas del Noaa, una sorta di “atlante” della siccità dove sono registrate le analisi degli anelli di alberi morti ed esistenti campionati nel Nord Africa, in Grecia, in Libano, in Giordania, in Siria e in Turchia. Quei dati sono stati messi a confronto con analoghi studi su anelli di alberi in Spagna, Francia meridionale e Italia. Un lavoro molto articolato e multidisciplinare, che ha portato a una conclusione: l’attuale periodo di siccità del Mediterraneo orientale è del 50 per cento superiore alla peggiore siccità degli ultimi 500 anni e del 20 per cento se consideriamo gli ultimi 900 anni. Lo studio, quindi, evidenzia un dato di fatto senza precedenti né simili.