Il destino planetario / The planetary destiny

Prevalgono gli interessi nazionali, le alleanze sono costruite per preservare e per difendere il proprio ‘particolare nazionale’, dove il ‘caos non creativo’ travolge.

L’insistenza sugli interessi nazionali, del tutto legittimi e ineliminabili, rischia di far perdere attenzione su ciò che ci comprende e ci supera: il destino planetario. Tale condizione, che riguarda l’umanità custode del pianeta, è più che mai necessaria: per questo occorre lavorare in termini culturali e politico-strategici, complessi.

La nostra visione considera il destino planetario come punto di partenza e di arrivo. Occorre privilegiare il quadro di un mondo-uno e integrato: non in termini di nuovo ordine mondiale ma di inseparabile interrelazione sistemica. Nulla di ciò che accade ci è estraneo e tutto ciò che accade condiziona il resto.

Il destino planetario è la condizione del noi-umanità. Non può essere diversamente. Parrebbe irrealizzabile, tale destino, se guardiamo al mondo com’è, e come abbiamo lasciato che diventasse: un mondo separato, impaurito, in difesa. E non c’è da stupirsi che il bullismo geopolitico consideri il multilateralismo come un qualcosa da lasciarsi alle spalle.

Ragioniamo contro-corrente, è chiaro: ma la sfida che abbiamo di fronte, ogni cittadino e le classi dirigenti, è di avere coraggio visionario, creatività strategica, chiarezza nella scelta d’investire nel pensiero complesso, nella mediazione, nel dialogo. E’ il contrario di ciò che accade: la responsabilità è di ciascuno perché la Storia non aspetta e, nelle relazioni internazionali, i ‘vuoti’ non esistono.

(English version)

National interests prevail, alliances are formed to preserve and defend one’s own ‘national particularity’, where the ‘non-creative chaos’ overwhelms.

The insistence on national interests, which are completely legitimate and impossible to eliminate, risks causing us to lose focus on what encompasses and transcends us: our planetary destiny. This condition, which concerns humanity as the guardian of the planet, is more necessary than ever: for this reason, we need to work in complex cultural and political-strategic terms.

Our vision considers planetary destiny as a point of departure and arrival. We need to prioritise the framework of a single, integrated world: not in terms of a new world order but of inseparable systemic interrelation. Nothing that happens is extraneous to us and everything that happens affects the rest.

The planetary destiny is the condition of us-humanity. It cannot be otherwise. Such a destiny would seem unattainable if we look at the world as it is, and how we have let it become: a separate, fearful, in-defense world. And it is no surprise that geopolitical bullying considers multilateralism as something to be left behind.

We are clearly thinking against the current, but the challenge facing us, every citizen and the ruling classes, is to have visionary courage, strategic creativity, and clarity in choosing to invest in complex thinking, in mediation, in dialogue. It’s the opposite of what is happening: each of us is responsible because History does not wait and, in international relations, there are no ‘empty spaces’.

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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