La ricerca complessa è indagine creativa / Complex research is creative investigation

(Marco Emanuele) 

(ispirato da: ‘Tra Dio e il cosmo’ di Raimon Panikkar, Laterza 2019)

Indagare creativamente nella condizione umana: la ricerca complessa è esperienza.

Su questo punto di estrema fragilità nel nostro viaggio intellettuale nel pensiero complesso si colloca anche il punto di massima resilienza. Nel tempo che viviamo, dove l’innovazione tecnologica è già oltre (sia del-nel bene che del-nel male, si pensi alle guerre), non possiamo continuare a illuderci che le risposte alle nostre domande di senso e di significato stiano dentro un ‘costituito’ che mostra tutti i suoi limiti che, se non compresi, diventano rischi esistenziali.

Re-istituire il pensiero è la frontiera da perseguire. E occorre farlo nel rispetto delle tradizioni, di ciò che ci ha resi ciò che siamo, ma con la disponibilità a non radicalizzarci, o a de-radicalizzarci,  e a non dogmatizzare, o a de-dogmatizzare. In molti casi, e le questioni identitarie (che sono tornate al centro del dibattito nello Stato ‘costituito’) lo dimostrano, la paura o la scelta di mantenere opzioni di dominio (sotto varie forme) ci portano nella inevitabilità della radicalizzazione e della dogmatizzazione del nostro pensiero lineare nel qui-e-ora. La vita, però, è altrove, nell’oltre, nel futuro già presente.

L’indagine creativa non si accontenta dello ‘status quo’ che, focalizzato sull’ ‘eterno presente’, permette solo di essere informati. Sappiamo molte cose ma poniamo altrettanti limiti alla ricerca, pur pensando di essere liberi e di percorrere le frontiere della conoscenza. L’indagine creativa, proprio perché si colloca sull’oltre, non può essere vittima degli antagonismi: chi invoca la pace attraverso parole violente vive la stessa contraddizione (al di là delle valutazioni sulle qualità morali degli invocanti, che non ci competono) di chi esprime una sempre più diffusa furia bellicista. Entrambi i fronti, infatti, limitano la propria esistenza nella competizione e non vanno nel profondo delle proprie convinzioni, magari ri-trovando spazi di autocritica e di possibile confronto costruttivo.

(English version)

Creatively investigating the human condition: complex research is experience.

The point of maximum resilience is also located on this point of extreme fragility in our intellectual journey into complex thinking. In the time we live in, where technological innovation is already beyond (both for better and for worse, think of wars), we cannot continue to delude ourselves that the answers to our questions of meaning lie within a ‘constituted’ that shows all its limits which, if not understood, become existential risks.

Re-instituting thinking is the frontier to pursue. And we need to do it with respect for traditions, for what made us who we are, but with the willingness not to radicalize ourselves, or to de-radicalize ourselves, and not to dogmatize, or to de-dogmatize. In many cases, and identity issues (which have returned to the center of the debate in the ‘constituted’ State) demonstrate this, the fear or the choice to maintain options of domination (in various forms) lead us to the inevitability of the radicalization and dogmatization of the our linear thinking in the here-and-now. Life, however, is elsewhere, in the beyond, in the already present future.

Creative investigation is not satisfied with the ‘status quo’ which, focused on the ‘eternal present’, only allows us to be informed. We know many things but we place just as many limits on research, even though we think we are free and travel the frontiers of knowledge. Creative investigation, precisely because it is placed on the beyond, cannot be a victim of antagonisms: those who invoke peace through violent words experience the same contradiction (beyond the evaluations of the moral qualities of the invokers, which are not our concern) as those who expresses an increasingly widespread warlike fury. Both sides, in fact, limit their existence in the competition and do not delve into the depths of their beliefs, perhaps re-finding spaces for self-criticism and possible constructive discussion.

(riproduzione autorizzata citando la fonte – reproduction authorized citing the source)

 

 

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

Latest articles

Related articles