(Marco Emanuele)
Ben comprendendo tutte le difficoltà del governare fenomeni complessi come le migrazioni, non è possibile limitarsi alle tattiche. Le luci nei rapporti europei tra Roma, Parigi e Berlino si accendono e si spengono a secondo delle opportunità tattiche del momento. Sullo sfondo vi sono bisogni d’immunizzazione (la stretta sui confini annunciata da Berlino sul fronte Polonia e Repubblica Ceca) ma realismo vorrebbe che il dialogo strategico fra i tre Paesi sopra citati riprendesse una strada il più possibile comune. Ma tutti sono in campagna elettorale e sovranismo è parola d’ordine.
Tattiche vs Europa politica. Vedremo cosa succederà al Vertice tra i Paesi mediterranei di venerdì a Malta. Intanto, è inevitabile la relazione con la Tunisia autocratica, così come lo era con la Turchia non certo democratica: ci auguriamo che tutti capiscano che non si parla con gli autocrati per condividerne il regime ma per tentare di fare un passo verso la soluzione (non imminente) di un problema epocale. Certo gli autocrati sono furbi e fanno i loro interessi: è una partita a poker e bisogna saperla giocare. Ancora tattica.
E poi ci sono gli Stati che contengono, quelli democratici che, un passo alla volta, si fanno burocratici. A buon intenditor, poche parole: l’espressione ‘Stato burocratico’ ha un significato ben più profondo di ciò che sembra. Tattiche vs problema epocale portano gli Stati ad alzare il livello dell’immunizzazione, a chiudersi rispetto all’esterno e a definire immunizzazioni tra territori all’interno.
Poi c’è l’informazione che affronta il fenomeno migratorio, a seconda della parte politica di riferimento, o nel senso securitario o nel senso del buonismo: entrambe le strade servono ad annebbiare ancora di più la vista dei cittadini. Occorre dire con chiarezza che la strada per affrontare il problema migratorio, globale e non limitato al bacino del Mediterraneo, sta nella regolamentazione a livello europeo e delle Nazioni Unite. Perché c’è un ‘prima’ (la situazione nei Paesi di partenza) rispetto ai salvataggi e c’è un ‘dopo’ (la gestione nei Paesi di arrivo).
Nessuno Stato può farcela da solo ma ogni Stato, ovvero le sue classi dirigenti (di maggioranza e di opposizione), hanno il dovere di non limitarsi alle tattiche. Bisognerebbe che, per un attimo, pensassero di essere cittadini comuni dotati di visione storica. Fuori dalle logiche elettorali.
(English version)
While understanding all the difficulties of governing complex phenomena such as migration, it is not possible to limit to tactics. The lights in European relations between Rome, Paris and Berlin turn on and off according to the tactical opportunities of the moment. In the background there are obvious needs for immunisation (the border squeeze announced by Berlin on the Polish and Czech fronts), but realism would like the strategic dialogue between the three aforementioned countries to take a possible common path. But everyone is in an election campaign and sovereignism is the watchword.
Tactics vs. political Europe. We will see what happens at the summit between the Mediterranean countries on Friday in Malta. In the meantime, the relationship with autocratic Tunisia is inevitable, just as it was with undemocratic Turkey: we hope that everyone understands that the issue is not talk to autocrats to share their regime but to try to take a step towards the (not imminent) solution of an epoch-making problem. Of course the autocrats are cunning and do their own interest: it is a poker game and we must know how to play it. More tactics.
And then there are the States that contain, the democratic ones that, one step at a time, become bureaucratic. Attention, please: the expression ‘bureaucratic State’ has a much deeper meaning than it seems. Tactics vs. epochal problem lead States to raise the level of immunisation, to close themselves off from the outside world and to define immunisations between territories within.
Then there is the information that deals with the migratory phenomenon, depending on the political party of reference, either in the securitarian sense or in the sense of good-naturedness: both paths serve to cloud the citizens’ vision even more. It must be clearly stated that the way to tackle the migration problem, global and not limited to the Mediterranean basin, lies in regulation at European and UN level. Because, with respect to rescues, there is a ‘before’ (the situation in the countries of departure) and there is an ‘after’ (the management in the countries of arrival).
No State can do it alone, but every State, or rather its ruling classes (majority and opposition), have a duty not to limit themselves to tactics. They should think for a moment to be ordinary citizens with historical vision. Outside the logic of elections
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