Pensiero-di-realtà per lo sviluppo umano integrale

Tutto vediamo, nel cambio di era, tranne che un pensiero-di-realtà. Quando le crisi de-generative si saldano in una megacrisi non compresa nella sua complessità, evocare lo sviluppo umano integrale sembra un esercizio retorico, o da anime belle.

Eppure, è proprio in questo momento che un pensiero-di-realtà deve corrispondere al cammino dentro lo sviluppo umano integrale. Le migrazioni “costrette”, i cambiamenti climatici e la mancata cura di beni fondamentali per la vita come l’acqua, le disuguaglianze, la radicalizzazione delle e nelle identità, le guerre (più o meno note) in giro per il mondo, la crescente fragilità democratica nel quadro della ricomposizione dei rapporti di potere per un nuovo ordine mondiale: tutto questo, e molto altro, è realtà e non può più essere guardato e governato con l’occhio novecentesco della linearità.

Un pensiero-di-realtà deve anzitutto caratterizzarsi per la volontà di “non polarizzare” e di “non separare”. Lo sviluppo umano integrale riguarda tutto l’uomo, il rapporto tra gli uomini, il rapporto tra gli uomini, i territori e il pianeta, il rapporto tra gli uomini e la storia.

La scelta dello sviluppo umano integrale è ciò che oggi, in un terzo millennio caratterizzato da crescente complessità, fa la differenza. Dall’alto e nel profondo, quella scelta ci “vincola” a vivere il nostro destino nel destino di ogni altro e della realtà tutta. Questo ci fa dire, nel guardare realisticamente alle difficoltà del governare, che occorre far emergere – come dato di realtà – il mistero di ogni uomo che soffre e tutte le contraddizioni di una realtà mai lineare.

Oggi viviamo una transizione conflittuale, laddove l’asse del potere si sposta sempre più velocemente (e i poteri si trasformano con radicalità), ma resta un dato ineludibile: la nostra bussola geostrategica è, e resta, nella cura della condizione umana, indissociabile dalla cura dell’ecosistema nel quale viviamo (ecologia integrale). I morti e i feriti nelle guerre, i profughi e i migranti in fuga, gli ultimi (peraltro in aumento) nelle nostre società ci lanciano un messaggio chiaro: il mistero della loro sofferenza è parte di una “guerra mondiale a pezzi” che caratterizza il nostro tempo. Un pensiero-di-realtà, per lo sviluppo umano integrale, è principio e fine della nostra responsabilità di soggetti agenti e d’intellettuali impegnati.

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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