Nei giorni in cui ricordiamo la figura di Joseph Ratzinger, mirabile indagatore del rapporto tra fede e ragione, val bene continuare a ragionare della situazione storica nella quale siamo immersi. Tanti, e com-presenti, sono i nodi che la Storia ci propone: a noi spetta il ‘come’ scioglierli.
Siamo all’inizio di un nuovo anno e gli auspici fanno parte integrante dello sguardo che dobbiamo tendere ai prossimi mesi. Da più parti si avverte la voglia che i nodi, caratterizzati da crescente complessità, debbano essere sciolti con la spada, separando bene e male, ponendoci come alfieri di un Bene Certo di fronte al Male Assoluto. Si tratta di una visione a-politica, per me inaccettabile e insostenibile.
E’ invece la Politica, dentro una nuova cultura della mediazione, del negoziato e del dialogo (per visioni nel ‘futuro già presente’), a darci tutti gli strumenti per ‘governare’ i nodi, cercando di scioglierli senza la prepotenza della separazione, vera debolezza.
Il male va certamente riconosciuto, a cominciare ‘in’ ciascuno di noi. Il ‘male banale’, della violenza per la violenza, percorre il mondo, dentro la megacrisi de-generativa in atto e dentro al mosaico della ‘terza guerra mondiale a pezzi’. Non illudiamoci, per favore, che per superare un quadro di grande preoccupazione basti scagliarsi contro chi esercita il male: la vera e unica speranza vive nell’esercizio della ‘responsabilità politica’.
Il pensiero antagonista e lineare è quello che ci fa credere di essere superiori per natura, solamente declamando e imponendo i nostri valori e principi sopra gli altri. Proprio perché lo spirito democratico porta con sé una imprescindibile cultura della libertà, esso non può essere usato come un’arma. Lavorare sull’auto-critica di ciò che siamo, attraverso un pensiero critico e complesso, è prospettiva di senso, di significato, di costruzione nell’oltre. Su questo lavoriamo, anche ricordando chi, come Ratzinger, si è calato nel discorso storico con l’umiltà della ricerca.



