(note per un Concilio Permanente per l’Umanità)
Gli orrendi attentati a Washington DC confermano che il pensiero ‘anti’, verso chiunque sia rivolto, è già violenza. Esprimiamo vicinanza al popolo israeliano.
Non si può più tacere sul dilagante ‘male banale’. Il nostro tempo iper-tecnologico e iper-connesso ci pone di fronte a una violenza sempre più radicale e profonda che ci riguarda. L’umano è in crisi de-generativa e i segnali sono inequivocabili.
Servono dialogo permanente e investimento continuo su strategie complesse di ri-appropriazione di un destino comune e planetario: nessuno può esserne escluso per convinzioni preconcette. Ancora una volta sottolineiamo, da persone umane e da intellettuali, che le comunità umane hanno pari diritto all’esistenza, qualunque sia l’appartenenza etnica, culturale, religiosa.
Se i rapporti di forza non sono eliminabili, perché esistono le differenze, il talento umano alla convivenza pacifica e giusta deve aiutarci a vincere sulla parte di male che abita in noi. Se le mediazioni sono indispensabili, le visioni del mondo che vogliamo sono fatto e fattore strategico: le vittime di Gaza, di Washington DC e degli altri luoghi nei quali l’umanità viene oltraggiata sono voci senza voce. Spetta a noi restituire loro la dignità che altri di noi hanno deciso di cancellare.
(English version)
(notes for a Permanent Council for Humanity)
The horrific attacks in Washington DC confirm that “anti” thinking, regardless of who it is directed at, is already violence. We express our solidarity with the Israeli people.
We can no longer remain silent about the rampant “banal evil”. Our hyper-technological and hyper-connected age confronts us with increasingly radical and profound violence that affects us all. Humanity is in a de-generative crisis and the signs are unmistakable.
We need permanent dialogue and continuous investment in complex strategies to reclaim a common and planetary destiny: no one can be excluded because of preconceived beliefs. Once again, as human beings and intellectuals, we emphasise that human communities have an equal right to exist, regardless of their ethnic, cultural or religious affiliation.
If power relations cannot be eliminated, because differences exist, the human talent for peaceful and just coexistence must help us to overcome the evil that dwells within us. If mediation is indispensable, visions for the world we want are a strategic factor: the victims of Gaza, Washington DC and other places where humanity is being outraged are voices without voice. It is up to us to restore the dignity that others have decided to take away from them.