Il vertice ginevrino tra i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin può essere riguardato come un successo o un fallimento, a seconda delle aspettative, modeste o eccessive, che si nutrivano su di esso.
Perché, non si abbiano dubbi, se un conflitto tra Occidente e Russia dovesse mai scoppiare, sarà in o per l’Ucraina, la grande pietra d’inciampo nei rapporti tra i due blocchi.
Putin ha allora messo in chiaro ufficialmente a Biden senza mezzi termini quali sono le “linee rosse” della Russia in questa materia. Queste includono: invitare l’Ucraina a unirsi alla Nato; schierare forze e impiantare basi militari statunitensi, o armamenti, in particolare missili Inf, in Ucraina; assecondare i tentativi di Kiev di recuperare il Donbass o peggio la Crimea con la forza.
Nelle dichiarazioni finali, gli accenni all’Ucraina sono stati veramente scarni. Putin ha detto – forse minimizzando – che il tema dell’Ucraina nella Nato è stato appena toccato, mentre Biden ha detto che sosteneva l’implementazione degli accordi di Minsk, e di aver ribadito a Putin l’“incrollabile” sostegno statunitense alla sovranità dell’Ucraina.
A gennaio scrivevamo che un uomo con l’esperienza internazionale di Biden avrebbe sulla Russia certamente puntato al negoziato piuttosto che allo scontro. Ginevra è forse il principio di un dialogo strategico fondato sulla chiarezza delle rispettive posizioni.
Dunque, l’Ucraina non viene lasciata sola sul piano militare e viene rafforzata in caso di nuove aggressioni o esercizi militari volti a minacciarla, come nello spiegamento di forze russo dello scorso aprile, ma al tempo stesso non viene incoraggiata a prendere velleitarie iniziative militari finalizzate a una riconquista dei territori secessionisti. L’assistenza occidentale riguarderà come da tradizione lo state building e la lotta alla corruzione, con programmi mirati di assistenza tecnica, oltre che una rinnovata cooperazione commerciale.
Se viene confermata la tradizionale linea americana che non riconosce alla Russia il diritto a sfere di influenza, nondimeno le preoccupazioni russe vengono tenute in debita considerazione e le aspirazioni ucraine di entrare nella Nato sono per il momento congelate. Questo naturalmente a patto che la Russia si dimostri un partner responsabile.
Al termine del summit di Ginevra, appare chiaro che tra Russia e Stati Uniti sull’Ucraina c’è un tacito consenso a mantenere lo status quo, e ad evitare che la situazione possa degenerare pur in un quadro di aspro confronto.
Francamente, è il massimo che ci si poteva aspettare.



