TechInnovation – Zmorph: l’additive manufacturing è (anche) questione di immaginazione (Impresa City)

La stampa 3D – o meglio, l’additive manufacturing – alle aziende italiane piace. Piace in realtà a tutte le imprese manifatturiere, che negli anni ne hanno sperimentato tutti i vantaggi. Ovviamente, e le analisi lo confermano, si potrebbe fare meglio in quanto a diffusione delle tecnologie per la produzione additiva. Ma la crescita della loro diffusione è costante e promettente, specie se consideriamo che hanno in certo senso “perso un giro” dal punto di vista B2B, presentandosi inizialmente al mercato ibrido dei Maker. Nè utenti veramente consumer, ma nemmeno imprese vere e proprie. Ne abbiamo parlato con Jakub Spiryn, Marketing Manager di Zmorph.

Come vede Zmorph lo stato attuale della diffusione dell’additive manufacturing tra le imprese europee?
Il settore tecnologico della stampa 3D è in rapido sviluppo. Quando ha iniziato ad essere noto, molte persone pensavano che la stampante 3D sarebbe presto diventata una strumentazione standard per la casa, ma successivamente è stato chiaro che fossero necessarie competenze specifiche e come la tecnologia non fosse abbastanza economica da essere disponibile su larga scala. In seguito, con la professionalizzazione del mercato della stampa 3D, questa tecnologia ha iniziato ad essere considerata come una soluzione alternativa di produzione a basso costo.

Quali sono le differenze sostanziali tra le grandi aziende e le piccole-medie imprese utenti della stampa 3D industriale?
Le grandi aziende si appoggiano per lo più a parchi macchine e alla produzione in serie. In questo ambito, le stampanti 3D sono utilizzate principalmente per ottimizzare la linea di produzione. I produttori impiegano le macchine per ridurre i costi e i tempi, gestendo più stampanti 3D e ottenendo tempi di produzione continuativi. Nelle aziende più piccole, una stampante 3D è per lo più utilizzata come strumento dal settore di Ricerca & Sviluppo per realizzare prototipi e testare vari esemplari di parti finali.
jakub spirynJakub Spiryn, Marketing Manager di Zmorph

Quali sono, dal vostro punto di vista, le applicazioni dell’additive manufacturing più diffuse? Quali lo saranno nel prossimo futuro, da qui a 3-5 anni?
Gli utilizzi più popolari della stampa 3D oggi sono: utensili personalizzati, maschere e dispositivi, parti di ricambio per le filiere di produzione, parti di ricambio per i macchinari e realizzazione di prototipi. Le stampanti 3D al giorno d’oggi sono sempre più avanzate e precise, il che porterà alla realizzazione diretta di parti finali. Diversi materiali professionali stanno diventando sempre più comuni e con l’avanzamento della tecnologia sarà presto possibile creare parti finali ancora più affidabili utilizzando la sola stampa 3D.

Quali limiti giudicate ci siano ancora ad una più ampia diffusione dell’additive manufacturing? Come pensate si possano risolvere?
Il problema principale è la mancanza di competenze e di conoscenze necessarie. Quando si tratta di aziende, è difficile dimostrare il ROI della stampa 3D: è possibile calcolare il profitto, ma la maggior parte delle persone non sa ancora come ed è complicato. Alle aziende prive di immaginazione manca la creatività per percepire i diversi modi in cui una stampante 3D può essere utilizzata. Molte persone la considerano come un semplice gioco, ma può essere davvero utile nella fase di progettazione e di realizzazione dei prototipi.

I produttori di stampanti 3D cercano di risolvere questi problemi lavorando su casi pratici, per mostrare le applicazioni reali dei loro strumenti e diffonderne i vantaggi. Numerosi centri di formazione ed istituti scolastici stanno attivando corsi sulla stampa 3D, nei quali i futuri ingegneri e imprenditori possono conoscerne i vantaggi. È importante educare le future generazioni al processo e posizionarlo in una prospettiva di business più ampia, non solo come uno strumento interno alle aziende.

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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