Le nuove aziende non accadono per caso, si costruiscono. Anche al di là dei tradizionali modelli di incubazione delle startup. Quello che sta cambiando negli ultimi anni è l’organizzazione e il modello di sviluppo della struttura dietro la startup. Nella Silicon Valley si stanno strutturando alcuni modelli differenti, come i venture builder, le startup factory e le altre strutture che cercano di abbassare la mortalità delle nuove imprese innovative nate dal basso. I nuovi modi di far nascere le aziende innovative adesso sono arrivati anche da noi.
In Alto Adige, per la precisione a Bressanone, ce n’è uno. In una delle aree da sempre più interessanti per quanto riguarda l’innovazione nel mondo tech 18 mesi fa è nata Covision Lab, fondata e guidata da Franz Tschimben, 32 anni, un passato in Silicon Valley: dal 2015 al 2019 in California e il ritorno in Italia con l’ambizione di fare qualcosa di più che non solo impresa. Covision Lab è nata con una forma ibrida: è un centro di ricerca e sviluppo e un company builder concentrato su due tecnologie chiave: la computer vision e il deep learning, una delle branche dell’intelligenza artificiale.
Covision Lab è nata dalla volontà di sette aziende italiane a vocazione internazionale (Durst Group, TtControl, Microtec, Alupress, Microgate, Mpd, Barbieri Electronics) di creare un unico consorzio capace di generare innovazione e fare impresa. “Il nostro modello di business – spiega Tschimben – è basato su tre pilastri: lavorare con le aziende fondatrici e altre imprese sulle due tecnologie chiave, lanciare delle startup, collaborare con l’ufficio di innovazione e tecnologia della Provincia di Bolzano“.
La moda in 3D
Ma il centro di eccellenza dell’Alto Adige, che ha l’ambizione di diventare un modello di open innovation da seguire anche in altre parti d’Italia e d’Europa, crea anche delle startup. Per esempio, Covision Media. “La startup interna sul mercato del fashion e degli articoli sportivi per la digitalizzazione automatica delle collezioni delle aziende del settore“, dice Tschimben. Il modello 3D viene usato per generare video animati per il cliente finale, ma anche per la digitalizzazione del processo di campionamento.
“È un passaggio cruciale – dice Tschimben – e poco conosciuto“. Tutti i campioni finali sono di norma fatti a mano nei paesi fornitori, come India e Bangladesh. Quando si arriva al capo finale, peresempio una giacca, lo stilista vuole vederla in cinque colori o dieci combinazioni diverse: occorre quindi farne tante e questo richiede tempo e materiali. “Solo per fare il campionamento con tutte le varianti di una scarpa in pelle – dice Tschimben – ci vogliono giorni, alle volte settimane. In questo modo si puà fare un esemplare solo e poi produrre virtualmente le varianti servono, riducendo il costo del materiale e soprattutto il tempo necessario, una cosa fondamentale per le aziende del fashion e degli articoli sportivi“.
Rivoluzione industria 4.0
Altra startup interna è Covision Quality: un sistema di controllo di qualità automatizzato per le parti, che è stato ottenuto integrando un braccio robotico con un sistema di visione artificiale, che poi utilizza una seconda rete neurale per analizzare pixel per pixel l’immagine delle varie componenti e trovare difetti invisibili all’occhio umano o agli strumenti di misura tradizionali. “L’algoritmo funziona anche su legno e tessili, ma noi ci stiamo concentrando sul mercato del metallo e le industrie dove viene usato: settore automobilistico, aerospaziale, medicale, edilizia. L’industria del metallo è fra le più importanti in Europa: in Germania circa 3,9 millioni di persone, il 10% della forza lavoro, lavorano in questo settore“, spiega il fondatore.
Il futuro delle due prime startup interne è di crescere, se la ricerca e sviluppo operativa e applicata saranno sufficientemente robuste, e poi entrare autonomamente sul mercato. Intanto, Covision Lab lavora su altre potenziali linee di sviluppo, possibili future startup. “Solo in questo modo – dice Tschimben – è possibile affrontare la competizione nel campo dell’intelligenza artificiale con gli Stati Uniti e la Cina. L’Europa deve sbrigarsi e le aziende devono fare sistema, perché partiamo dopo e con una scala di sistema molto più piccola».