La nostra preoccupazione va oltre la cronaca, è un tema Politico.
Ribadiamo. Senza cedere a visioni apocalittiche, il timore di chi scrive riguarda la possibile saldatura tra le violenze che ci percorrono, la stanchezza oggettiva per una “neverending war”, la crisi (intesa in senso negativo) economica e di speranza. Per quanto riguarda l’Italia, ci dicono che i numeri dell’economia sono positivi: andrebbero comunicati con enfasi non partigiana, fatti com-prendere alla massa di coloro che, appena appena, sopravvivono.
Ma il tema, ben lo sappiamo, non è solo italiano. E’ facile che gruppi fuori dalla legalità, qualunque sia la loro estrazione, utilizzino il disagio dilagante per prendere la scena e, dunque, per mettere in difficoltà lo Stato, le istituzioni, i governi, tutto ciò che è costituito. E’ sempre successo, qualcuno dirà: con un’aggravante, oggi, data dal passaggio storico nel quale una pandemia (per sua stessa natura, globale), una guerra nel cuore dell’Europa, i cambiamenti climatici, una potentissima rivoluzione tecnologica e gli impatti sul lavoro, gli stravolgimenti demografici stanno, insieme, trasformando la realtà a ogni livello e in ogni ambito. Che si parli di relazioni sociali, di lavoro, di salute pubblica, di migrazioni, di sicurezza, e quant’altro, non si può considerare il mosaico della megacrisi de-generativa nella quale siamo immersi.
La saldatura di cui sopra va formandosi e dobbiamo averne consapevolezza. Noi singoli cittadini, non inermi spettatori in una Storia di altri ma soggetti storici responsabili; le classi dirigenti, chiamate a governare una realtà sempre più complessa, nella quale l’incertezza negata diventa insicurezza garantita e nella quale lo Stato, che mai scomparirà, deve ri-trovare ragione e ragionevolezza istituzionale.
Occorre, con la forza del pensiero critico e complesso, de-dogmatizzare il costituito e, politicamente, re-istituire. Occorre un bagno di vero realismo, ri-flettendoci in una realtà che ci dà continui segnali di un tempo nuovo. I segni che viviamo, allora, vanno letti con un altro sguardo, non più solo lineare.