Pensiero complesso nella realtà

Il tempo che viviamo chiede un radicale cambio di passo. Concordo con Federico Faggin (Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura – 2022): Sono convinto che una razionalità informata unicamente dai principi del materialismo, del riduzionismo e della sopravvivenza del più adatto possa portare soltanto a una competizione sfrenata, al razzismo e alla guerra. Proprio ciò che ha caratterizzato gran parte della storia umana. L’incoscienza dei robot e le scoperte della fisica quantistica ci stanno, però, dicendo che il materialismo e il riduzionismo sono solo approssimazioni di una realtà più profonda e misteriosa, che dobbiamo ancora riconoscere e comprendere.

Occorre superare gli auto-inganni di un pensiero lineare sulla realtà per con-dividere un pensiero complesso nella realtà stessa. La ‘razionalità informata’ di cui scrive Faggin è ciò che da queste pagine ho chiamato ‘realismo complesso’.

La profondità e il mistero della realtà, che non è un’altra realtà rispetto a quella superficiale che percepiamo e che vorremmo determinare, costituiscono la sfida della nostra ri-appropriazione come soggetti storici, partecipanti-in-realtà.

Qualunque siano le traiettorie del potere che si trasforma, e dei diversi poteri interrelati, oggi è in gioco il nostro principio di umanità che, a ben guardare, poniamo in discussione quando riduciamo la complessità della realtà, anzitutto separandoci tra portatori di Bene e portatori di Male (volutamente scritti in maiuscolo): come se qualcuno fosse esclusivo agente di Bene e altri fossero esclusivi agenti di Male.

L’eccessiva competizione, le guerre, l’esasperazione dei conflitti, la polarizzazione politica sono evidenze di una realtà non partecipata dalla complessità-che-siamo. Bianco o nero non è la realtà ma è la natura (malata) del nostro pensiero su di essa.

Lasciare che il mondo si riduca a uno scontro tra volontà non ri-pensate (tradendo il nostro principio di umanità) significa ricondurre la nostra responsabilità a un meccanicistico stato-di-natura dove l’inevitabilità della sopraffazione non viene problematizzata. Ebbene, anche con le migliori intenzioni, senza un cambio radicale di pensiero non avverrà alcuna trasformazione: mentre la rivoluzione tecnologica avanza, bambini e altri umani innocenti continuano (e continueranno) a morire in guerre senza alcun senso del limite. E noi non smettiamo di utilizzare paradigmi consumati che, da obsoleti, diventano pericolosi.

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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