Pensiero complesso, nel dubbio / Complex thinking, in doubt

(Marco Emanuele)

Il pensiero complesso è la prospettiva culturale e politica che auspichiamo. La forza lineare come paradigma è illusione e diventa auto-inganno: l’esasperazione della forza come modalità di azione strategica si accompagna all’esaltazione della certezza della politica (a-politica) come dogma.

Occorre rompere il circolo vizioso della forza per la forza, generatrice di violenza, distruzione e morte. Lo vediamo ogni giorno nei teatri di conflitto e di guerra. Al di là delle analisi geopolitiche, molto importanti per avere un quadro dei movimenti delle forze in campo, il tema che ci interessa è quali visioni politiche stiamo maturando.

Nella realtà, bene e male si compenetrano. E’ molto difficile, nei dibattiti che si sviluppano quotidianamente, portare posizioni di buon senso: ciò accade soprattutto in aree del mondo che esprimono una complessità crescente come il Medio Oriente. Non esistono soluzioni à la carte: ciò che appare chiaro è che l’imposizione di reciproche certezze, dogmatiche e dunque a-politiche, non può far altro che peggiorare la situazione: oggi e nei prossimi anni. Il circolo vizioso della forza per la forza, oltre a violenza, distruzione e morte, alimenta l’odio e a pagarne il prezzo sono i popoli e la loro convivenza.

Il pensiero complesso vive nel dubbio, si ripensa. Occorre rafforzare il valore del dubbio, quando porta dissenso dialogante, dare forza (morale e culturale) a chi cerca di guardare oltre l’imminenza, a chi – nell’esclusivo interesse delle persone e dei popoli – sente il richiamo della storia e della sua responsabilità in essa.

Nessuno vince nella disumanità e nell’occupazione. Nessun Dio vuole ciò che stiamo vivendo. Nel nostro laboratorio di pensiero complesso lavoriamo per restituire alla politica il senso storico di mediazioni e visioni nelle contraddizioni che costituiscono la realtà. Il dubbio, ciò che problematizza le certezze acquisite e radicalizzate, è la strada per un confronto che apra prospettive d’incontro e di dialogo.

(English version) 

Complex thinking is the cultural and political perspective we hope for. Linear force as a paradigm is an illusion and becomes self-deception: the exasperation of force as a strategic mode of action is accompanied by the exaltation of political certainty (apolitical) as dogma.

We must break the vicious circle of force for force, which generates violence, destruction and death. We see this every day in theatres of conflict and war. Beyond geopolitical analysis, which is very important for understanding the movements of the forces at play, the issue that interests us is what political visions we are developing.

In reality, good and evil intertwine. It is very difficult, in the debates that take place on a daily basis, to put forward common-sense positions: this is especially true in areas of the world that are becoming increasingly complex, such as the Middle East. There are no à la carte solutions: what is clear is that the imposition of mutual certainties, dogmatic and therefore apolitical, can only worsen the situation, both today and in the years to come. The vicious circle of force for force, in addition to violence, destruction and death, fuels hatred, and it is the peoples and their coexistence that pay the price.

Complex thinking lives in doubt, it rethinks itself. We need to strengthen the value of doubt when it leads to dialogue and dissent, to give moral and cultural strength to those who seek to look beyond the immediate, to those who, in the exclusive interest of individuals and peoples, hear the call of history and their responsibility in it.

No one wins in inhumanity and occupation. No God wants what we are experiencing. In our laboratory of complex thinking, we work to restore to politics the historical sense of mediation and vision in the contradictions that constitute reality. Doubt, which questions acquired and radicalised certainties, is the path to a confrontation that opens up prospects for encounter and dialogue.

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