Oltre le parti

Ho la mia opinione su ciò che sta accadendo nella partitica italiana ma, per amor di Patria, me la tengo. Solo per notare: nulla di Politico all’orizzonte.

Nella considerazione che un criminale condannato è tale e merita la pena, al di là del discorso sulla “civiltà giuridica”, alto e nobile e non scambiabile con vicinanza agli ambienti estremisti e criminali, tutto il resto appare materiale da infotainment.

Certo, e mi rivolgo a coloro che da dentro e da fuori le patrie galere  vorrebbero cancellare norme dello Stato particolarmente dure, la critica diventa banale antagonismo anche attraverso manifesti irricevibili (come quelli comparsi sui muri dell’Università La Sapienza), le minacce a parlamentari (soprattutto a donne, bersaglio più facile), la violenza random. In questi casi, sia ben chiaro, lo Stato deve fare lo Stato.

Ma tutto questo non c’entra minimamente con quello che è accaduto in Parlamento. Oggi, però, occorre muovere oltre le parti. Occorre tracciare un reset sostanziale, lasciarsi alle spalle tutto e rimettere al centro la ragione-ragionevolezza istituzionale. Là fuori la gente, il popolo della Nazione, chiede speranza. Null’altro.

C’è un tema profondo che va considerato Politicamente. Si parla di possibile saldatura tra il mondo degli anarco-insurrezionalisti e quello delle organizzazioni criminali come mafia, camorra e così via. Questo rappresenta un problema ma, come spesso accade a chi osserva e non si limita a guardare la realtà, esiste una possibile saldatura ben più pericolosa: quella tra i mondi criminali (sommati tra loro) e la realtà di un profondo disagio sociale. Su questo punto, se ne sono capaci, i nostri parlamentari dovrebbero comprendere che è venuta l’ora di schierarsi oltre le parti.

Questa seconda possibile saldatura, complessa e con un livello di rischio non visibile ma molto alto, è anzitutto responsabilità delle classi dirigenti. E il popolo, sia chiaro, non distingue tra Parlamento e Governo, tra chi offende e chi viene offeso, tra documenti riservatissimi, riservati, da maneggiare con cura. Il popolo chiede speranza, non diamogli gossip buono per l’infotainment peggiore.

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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