Quando si parla di terrorismo, in un mondo come l’attuale, occorre prestare grande attenzione a tutte le dinamiche che concorrono a minare la sicurezza del pianeta e delle sue diverse aree.
Guardando in particolare alla regione del Medio Oriente e del Nord Africa, storicamente percorsa da dinamiche di violenza terroristica ben note e analizzate, il think tank Brookings (Climate change may devastate the Middle East. Here’s how governments should tackle it) pone la questione di come il cambiamento climatico, nei suoi impatti, possa contribuire a peggiorare ulteriormente la situazione, aumentando pericolosamente il rischio terrorismo ed estremismo violento.
Scrive Ranj Alaaldin: The affluent Gulf nations face depleted freshwater resources within the next 50 years, while in conflict-ridden Iraq, average temperatures are soaring at a rate that is two-to-seven times faster than the global average. Food and water production systems across the Levant face imminent collapse. Climate change has already started to exacerbate fragility in countries that are mired in conflict or undergoing post-conflict transitions, and countries that are struggling to cope with the impact of a growing youth population, bloated public sectors, volatile oil prices, weak governance, and the fallout from the pandemic.
Il messaggio è chiaro: occorre uscire dall’analisi settoriale e lineare dei fenomeni terroristici e guardare a essi nel contesto complesso delle conseguenze provocate da dinamiche globali, come il climate change, che diventano locali senza chiedere permesso ma lavorando a far de-generare ambienti già fragili.
Ancora l’Autore nota: To address the problem, governments must approach climate change as a public policy issue, a threat that is interconnected with a host of other challenges that combine to create a multiplier effect.