Mar Rosso all’Italia il comando tattico della missione Aspides. Gli Houthi e la loro intelligence. Un incontro alla SIOI

(Marzia Giglioli)

All’Italia il comando tattico della missione europea Aspides nel Mar Rosso.
“L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander dell’operazione Aspides nel Mar Rosso (l’ufficiale ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali che partecipano all’operazione). L’Operazione Aspides contribuirà a garantire la sicurezza del traffico commerciale minacciata dai continui attacchi dei ribelli yemeniti Houthi. Quella che si combatte nel Mar Rosso è la guerra per procura, quella senza esposizione. E’ la proiezione di potenza e l’Iran è molto attivo”, spiega il generale Ivan Caruso in un confronto alla SIOI (2  febbraio) dedicato allo Yemen, Dai margini della storia alla centralità della crisi globale.
“Attraverso tribù locali – spiega Caruso, consigliere militare della SIOI – gli Houthi agiscono di volta in volta ed ora Biden deve decidere se, dopo l’uccisione dei militari Usa, colpire i mandanti o gli esecutori materiali. È difficile gestire una situazione così. E bisogna anche confrontarsi con l’ intelligence che affianca l’azione degli Houthi. Ci sono pescherecci guidati dall’ Iran che passano loro le informazioni”.
Di intelligence ha parlato anche Mario Boffo che è stato ambasciatore in Yemen: “colpiscono solo alcune navi che hanno determinati interessi”. Di fatto gli Houthi si sono evoluti nella loro minaccia.
La situazione oggi è incandescente, ma andava interpretata per tempo e ‘non abbandonata’ dalla comunità internazionale, è stato detto durante l’incontro tra gli ambasciatori presenti alla SIOI.
La verità è che dello Yemen nessuno sa niente, ha affermato Mario Boffo ricordando un commento del Guardian. “Tutto è stato poco compreso. Le loro separazioni (nord – sud) erano considerate crisi interne che interessavano solo gli yemeniti. Bisogna invece ripercorrere la storia. Gli Houthi vengono da lontano. È un clan da sempre militante, hanno covato il loro revanchismo e oggi sono antiamericani e anti-israeliani, non sono un semplice terminale dell’Iran e non sono nemmeno Hamas”.
Siamo di fronte alla fine di un destino che poteva davvero essere diverso e che poteva nascere con la primavera yemenita. “Oggi gli Houthi sono una faccia della galassia islamica, ha detto l’ambasciatrice Maria Assunta Accili, ribadendo il punto comune dell’ antimperialismo, dell’ antioccidentalismo con forme di nazionalismo. Per inquadrarli meglio dobbiamo partire dal sapere chi sono e chi non sono: gli Houthi non sono anti sunniti, sono antisionisti ma non antisemiti. E gli iraniani sono dietro” .
Con quello che sta accadendo, il Mediterraneo torna ad essere così un teatro centrale quando in molti avevano pensato che fosse emarginato da ogni strategicità e purtroppo non c’è un’Europa in grado di agire unita su questo fronte.
Per quanto riguarda l’impatto della crisi sugli scambi commerciali marittimi ’non sono troppo pessimista’, ha detto il vice presidente Confitarma Cesare d’Amico, per il quale l’avvio della missione Aspides contribuirà sicuramente ad una maggiore sicurezza dell’area. Attualmente i tempi dei viaggi delle navi commerciali che scelgono la circumnavigazione dell’Africa si sono allungati fino a 17 /18 giorni. “Per il trasporto dell’agroalimentare ci risulta che le filiere si stanno riorganizzando”.
Il non pessimismo dipende ovviamente da quanto durerà la crisi.

(riproduzione autorizzata citando la fonte)

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