A parte la pace del tutto prevedibile nella compagine ‘quasi’ governativa, la notizia dall’Italia di ieri, che dovrebbe tenere banco per molto tempo sulle prime pagine (sigh) dei media, riguarda l’aumento drammatico della povertà.
Tempi bui all’orizzonti ? Molti fattori concomitanti, e non da oggi (per essere più precisi, non dal 24 febbraio 2022), hanno contribuito a fare dell’Italia un Paese sempre più povero.
Se ragioniamo pragmaticamente, e non solo moralmente (la povertà è cattiva), urge un cambio di strategia politica. Occorre mantenere vivi tutti gli strumenti di contrasto alla povertà, magari migliorandoli e ampliandoli, e occorre prendere per le corna il toro delle crescenti disuguaglianze.
Non da oggi, ripetiamo. Abbiamo passato anni, ormai decenni, a cullarci nella ‘sacralità’ del mercato e intanto la situazione peggiorava, non solo in Italia. Oggi siamo nel pieno di una gigantesca megacrisi de-generativa. L’aumento del costo della vita, le bollette impazzite e una crisi economica e sociale acuita da crisi finanziarie globali (2007-2008), pandemie, speculazioni, guerra alle porte dell’Europa, ci consegnano un’Italia fragile.
Tutti guardano alla Politica (il maiuscolo non è un refuso) e non ai ‘teatrini’ quotidiani. Il popolo non capisce i giochi di palazzo (le opposizioni che si dividono …) e le tattiche (pur necessarie) nella formazione di un governo di coalizione. Il popolo chiede dignità e non più sussidi o bonus: pur se siamo nel tempo del ‘metaverso’, sono richieste scelte radicali e, finalmente, di giustizia sociale.