Gli analisti di relazioni internazionali ci aiuteranno a capire cosa sta realmente muovendo la guerra in Ucraina. Intanto si lavora, con qualche spiraglio di luce, all’iniziativa cinese.
La guerra nel cuore d’Europa è, ai nostri occhi, un segno e un segnale geostrategico importante: nulla sarà più come prima. Siamo dentro un quadro di visioni imperialistiche, di democrazie in profonda crisi de-generativa, di ri-definizione dei rapporti di potere, d’impatti sostanziali e profondi in ogni angolo del mondo (guardiamo, con maggiore preoccupazione, al Mediterraneo “allargato” e al Medio Oriente). L’ordine che abbiamo conosciuto è morto e sepolto ma il “what’s next” è ben poco chiaro.
Ciò di cui possiamo essere certi è che la guerra in Ucraina è uscita dai confini dei due Paesi combattenti. E’ guerra globale, nel senso che gli interessi guardano a un nuovo mondo in formazione: lo scenario che appare davanti ai nostri occhi è di radicalizzazione dei rispettivi rapporti di forza, di un mondo diviso, di un pesante riarmo in atto.
C’è un però. La complessità dello scenario planetario in evoluzione-involuzione, la megacrisi de-generativa e la rivoluzione tecnologica ci porteranno in luoghi inattesi. Sta alla responsabilità di ciascuno e di tutti lavorare alla sostenibilità politico-strategica del mondo e dei mondi: pena, lo sappiamo, l’esistenza stessa di coloro che oggi si combattono in maniera più o meno calda, e di tutti noi.
L’allarme perennemente accesso – nella nostra coscienza, nel nostro cuore e nella nostra ragione – deve riguardare la qualità del mondo che stiamo consegnando a noi stessi e a chi verrà dopo di noi. Si saldano, infatti, le questioni geostrategiche dall’alto e il disagio e lo smarrimento di comunità umane sempre più disuguali dal basso.
Siamo chiamati a portare la Storia in una nuova alba, a conoscere davvero la posta in gioco e a non mascherarci dietro la contrapposizione antagonistica tra Bene e Male: l’anima della Storia, per tutti e nessuno escluso, è complessa e contraddittoria.
(English version)
International relations analysts will help us understand what is really driving the war in Ukraine. In the meantime, the Chinese initiative is being worked on, with some glimmer of light.
The war in the heart of Europe is, in our eyes, an important geostrategic sign and signal: nothing will ever be the same again. We are inside a framework of imperialist visions, of democracies in profound de-generational crisis, of re-definition of power relations, of substantial and profound impacts in every corner of the world (we look, with greater concern, at the ‘enlarged’ Mediterranean and the Middle East). The order we have known is dead and buried, but the ‘what’s next’ is very unclear.
What we can be sure of is that the war in Ukraine has gone beyond the borders of the two combatant countries. It is a global war, in the sense that interests are looking at a new world in the making: the scenario that appears before our eyes is one of radicalisation of the respective power relations, of a divided world, of heavy rearmament in progress.
There is a catch. The complexity of the evolving planetary scenario, the de-generational megacrisis and the technological revolution will take us to unexpected places. It is the responsibility of each and everyone to work on the political-strategic sustainability of the world and the worlds: the existence of those who are fighting each other today, and of all of us, depends on it.
The perpetual alarm – in our conscience, in our heart and in our reason – must concern the quality of the world we are handing over to ourselves and to those who will come after us. In fact, geo-strategic issues from above and the unease and bewilderment of increasingly unequal human communities from below are being welded together.
We are called to bring History into a new dawn, to really know what is at stake and not to disguise ourselves behind the antagonistic opposition between Good and Evil: the soul of History, for everyone and no one excluded, is complex and contradictory.