Sabato la Svezia ha annunciato la cessazione del suo sostegno alle milizie delle Forze Democratiche Siriane (SDF). Ciò è avvenuto due giorni prima della visita del primo ministro svedese in Turchia per condurre i negoziati sull’adesione del Regno alla NATO. Le milizie hanno continuato la campagna di arresti iniziata qualche giorno fa contro i residenti della città di Jadida Bakara, nella campagna orientale di Deir-ez-Zor. In precedenza avevano impedito a un convoglio delle forze di occupazione statunitensi di entrare nella città.
Il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström ha spiegato in un’intervista a una radio svedese che il suo nuovo governo non chiede più un sostegno “incondizionato” alle milizie curde delle Unità di protezione del popolo (YPG), che costituiscono la spina dorsale delle SDF e rappresentano il braccio armato del Partito dell’Unione democratica (PYD). Questo sviluppo sembra essere l’adeguamento della Svezia alle condizioni del regime turco, che impedisce l’adesione di quest’ultimo alla NATO fino a quando non smetterà di sostenere le milizie che il regime del presidente turco Recep Tayyip Erdogan considera terroristiche e che gli Stati Uniti considerano un loro alleato.