INOPPORTUNITA’
La guerra in Ucraina è, da un anno a questa parte, il tema dei temi. Lo è in sé, perché è nel cuore d’Europa. Lo è in quanto guerra complessa, dalle dinamiche troppo radicalizzate negli anni e “scoppiate” il 24 febbraio 2022. Lo è per le sue conseguenze, guerra regionale che in un attimo diventa globale perché mette in discussione l’architettura della sicurezza a ogni livello e perché si lega direttamente alla questione energetica e alimentare. Lo è perché ha diviso, e continua a dividere, le opinioni pubbliche e le classi dirigenti sull’ invio di armi a Kiev (se si e fino quando …). Lo è perché, come ogni guerra, genera stanchezza e voglia di lasciarsela alle spalle in un quadro già critico ben prima di quel fatidico giorno di febbraio. Lo è perché questa guerra ha come suo orizzonte la minaccia nucleare e, un attimo prima dell’apocalisse, il riarmo generalizzato del pianeta (che non c’entra con l’aiuto militare alla resistenza ucraina, jet o non jet).
Per queste ragioni, decenza vorrebbe che non si utilizzasse il tema della guerra per recuperare qualche scampolo di voti o per giocare al “poliziotto buono, poliziotto cattivo” o non sappiamo per quale altro motivo. Decenza vorrebbe che la partitica uscisse dal magico mondo dell’infotainment (notizia ai naviganti: Sanremo è finito …) per lasciarsi andare alla Politica (dimenticata, non da oggi).
Siate inopportuni, verrebbe da dire, ma non su temi così sensibili. La guerra è dentro la carne viva dei morti, dei feriti e dei rifugiati ed è causa e parte della megacrisi de-generativa che si vive nell’Occidente diviso. Oggi non possiamo che schierarci a favore della serietà: la guerra è stupro della Storia e, di fronte a ogni stupro, si può solo denunciare e, per amor di Patria, chiedere silenzio e non spettacolo e degrado.