La nobilissima arte dimenticata

Si può, si deve avere nostalgia della Politica. Ma dovrebbe trattarsi di un sentimento nel futuro già presente.

Oggi ci troviamo talmente armati da essere dis-armati intellettualmente e in termini di relazioni umane. C’è bisogno di Politica, l’arte nobilissima di mediazione e visione.

Caduto il muro di Berlino, storia che appare perduta nella notte dei tempi, non abbiamo aggiornato i nostri paradigmi culturali e politici e ci ritroviamo, con problemi da terzo millennio, a maneggiare soluzioni del tutto novecentesche e a continuare ad adottare un inefficace (e pericoloso) pensiero lineare.

Tutto questo, da qualunque parte lo si guardi, è mediocre e a-politico. E’ un approccio che manca di respiro storico e che non attraversa il dolore. Ci siamo illusi che il digitale avrebbe creato nuove ‘agorà’ sostanziali ma così non è stato: se abbiamo creato un potenziale di globalità e immediatezza di rapporti e di conoscenze, ciò che manca è la profondità strategica, il senso.

Abbiamo privilegiato la velocità e la superficialità. Non abbiamo più tempo. Siamo diventati il pericolo che abbiamo creato. Oggi la parola ‘intellettuale’ fa ridere, forse perché fa un pò paura. Perché, auto-inganno di prima grandezza, si pensa che chi pensa non faccia. Mediocrità che domina.

Eppure gl’intellettuali dovrebbero tornare a mostrarsi. Senza arretrare rispetto al progresso, non è più possibile ‘governare rincorrendo’: non è governare, è amministrare. E sappiamo che appiattire amministrazione e governo è un serio problema.

Manca la Politica e di questo chi scrive è nostalgico. Solo i visionari capiscono l’importanza delle mediazioni. Tutto insieme fa la Politica. E invece, mediocri, ci fissiamo sui compromessi e la visione è solo raccolta del consenso. Ma va detto, alle cosiddette ‘classi dirigenti’ politiche, che l’astensione è la vera cifra di un corpo elettorale stanco, deluso, disorientato.

Da queste pagine vogliamo essere tra coloro che percorrono l’oltre. Gli analisti lineari lascino perdere, non è roba per loro. Servono intellettuali, bisognosi di Politica, persone che accolgano il futuro che è già qui. E che si disinteressa delle nostre mediocrità.

 

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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