(Marzia Giglioli)
Forse, per capire la geopolitica e prevederne vantaggi e conseguenze, dovremmo essere come i portieri di football.
L’ex portiere della Premier League Brad Friedel affermava che, per poter lavorare bene in campo, bispgna essere essere in grado di pensare fuori dagli schemi.
Ora, uno studio del Dublin College University nell’ambjto della neuroscienza, dimostra che i cervelli dei portieri percepiscono davvero il mondo in modo diverso e sono in grado di unire i segnali provenienti dai diversi sensi più rapidamente di altri.
Riportando il tutto alla geopolitica di questi tempi, gli attori decisionali sembrano invece incapaci di evitare l’ ‘effetto devastante’, sempre più spesso imprevedibile e ‘a sorpresa’, ignari anche dei tessuti connettivi, lasciando troppe ferite aperte e mai rimarginate che continuano a far male.
Ripetere significa replicare gli errori e purtroppo nella storia c’è il drammatico ripetersi dello stesso copione, perchè – dove si lascia l’incompiuto – si scrive il dramma futuro.
L’attacco di Hamas ad Israele, addirittura troppo atroce per essere descritto e spiegato, è solo uno degli esempi di una storia scritta lasciando troppe pagine scarabocchiate e piene di errori, o, peggio, lasciate in bianco senza un senso compiuto e priva del suo capitolo finale, inteso come soluzione condivisa.
Ma Gaza non è che uno dei teatri della guerra permanente, basti guardare alla mappa dei conflitti in corso e a quella dei conflitti dimenticati che i media trascurano nella cronaca di pagina ma che hanno gli stessi morti e portano le stesse sofferenze.
Ri-pensare la storia sembra essere l’unica via d’uscita ma, invece e paradossalmente, la storia attuale – oltre a riproporre i suoi schemi esasperatamente conflittuali – fa un passo indietro e diventa ‘medievale’, come la vediamo in Ucraina e come è esplosa a Gaza.
(English version)
Perhaps, in order to understand geopolitics and predict its benefits and consequences, we should be like football goalkeepers.
Former Premier League goalkeeper Brad Friedel used to say that in order to work well on the pitch, we have to be able to think outside the box.
Now, a study by Dublin College University in the field of neuroscience shows that goalkeepers’ brains really do perceive the world differently and are able to combine signals from different senses more quickly than others.
Bringing this back to geopolitics these days, decision-makers seem instead incapable of avoiding the ‘devastating effect’, increasingly unpredictable and ‘surprise’, unaware even of the connective tissues, leaving too many open and never healed wounds that continue to hurt.
Repetition means repeating mistakes and unfortunately in history there is the dramatic repetition of the same script, because – where the unfinished is left – future drama is written.
Hamas’s attack on Israel, even too atrocious to be described and explained, is just one example of a history written leaving too many pages scribbled and full of mistakes, or, worse, left blank without a full meaning and lacking its final chapter, intended as a shared solution.
But Gaza is but one of the theatres of permanent war, one only has to look at the map of ongoing conflicts and the map of forgotten ones that the media overlook on the page but which have the same deaths and bring the same suffering.
Re-thinking history seems to be the only way out, but instead, and paradoxically, current history – in addition to re-presenting its exasperatingly conflictual patterns – takes a step backwards and becomes ‘medieval’, as we see it in Ukraine and as it exploded in Gaza.
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