La cucina, il mondo, la speranza

Mentre la partititica sembra impegnata a cucinare piatti per il proprio gusto, il mondo là fuori chiama tutti a nuove responsabilità. Qualunque sia l’appartenenza, il lavoro Politico dovrebbe svolgersi nella ri-appropriazione di una realtà che sembra sfuggirci di mano ogni giorno di più. Perché il tema di fondo, ben al di là delle discussioni partitiche, è la rigenerazione della speranza.

Oggi c’è una difficoltà evidente: nella megacrisi de-generativa in atto, tutte le crisi esplodono contemporaneamente e nessuna di esse può essere affrontata separatamente dal resto. Qualcuno può essere seriamente convinto che basti cambiare il nome a un partito ? Così come, dentro ciò che sta accadendo, ha senso porre bandierine ideologiche su questioni certamente importanti ma non decisive per la sorte dei sistemi nazionali e del mondo ?

Non vogliamo minimizzare alcuno degli argomenti che oggi appartengono al dibattito pubblico, e ci riferiamo in particolare all’Italia. Ma, con buona pace dei lineari e dei semplificatori di professione, nulla di ciò che riguarda lo sviluppo nazionale delle singole Nazioni nasce dentro ai confini degli Stati che le contengono. Un esempio: dopo l’invasione russa all’Ucraina, il problema che si pone è l’autonomia energetica e la sicurezza dell’Europa, non solo dell’Italia, della Germania, della Francia e così via.

Se non si capisce questo, e se la Politica non torna nel quadro di mediazioni e visioni “glocali”, il futuro non ci sorriderà. Non è solo la guerra in Ucraina a dircelo ma, in generale, l’impatto dei fenomeni planetari nei nostri territori: i cambiamenti climatici, la rivoluzione tecnologica, la demografia e l’invecchiamento della popolazione, le migrazioni, il lavoro “povero” e le disuguaglianze, il progressivo “svuotamento” delle democrazie, i dogmatismi della guerra e l’incapacità di una pace sostanziale e progettuale. Con, sullo sfondo, il ritorno di una pericolosa violenza “banale” in società che rischiano di spegnere il cuore pulsante della relazione comunitaria.

Ecco che nuovi paradigmi sono al contempo necessari e urgenti. Se guardiamo alla speranza nel futuro già presente dobbiamo lavorare intensamente alla ricostruzione del negoziato e del dialogo come fatto Politico. E cominciare a entrare, culturalmente parlando, nel terzo millennio del pensiero complesso.

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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