(Carlo Rebecchi)
“Old man Joe” non c’è più, al suo posto c’è “Forceful Joe” o, meglio ancora “Angry Joe”, un Biden deciso a battersi con tutte le sue forze contro lo sfidante David Trump sicuro di fare il bis alla Casa Bianca perché, ha urlato all’America e al mondo, “non conta tanto la forza degli anni”, 81, ma “la forza delle idee”. E’ questo, secondo la maggior parte dei commentatori, il “nuovo Biden” che con il discorso di giovedì sullo stato dell’Unione si è voluto cancellare l’immagine, negli ultimi mesi sempre più opprimente, del Biden – “a causa dell’età” – indeciso su tutto.
Il “nuovo Biden” è atteso, ora, alla prova dei fatti. Sul terreno della politica interna ha scelto non solo di reagire colpo su colpo agli attacchi di Trump, ma di essere lui l’attaccante: non a caso, nel discorso sullo stato dell’Unione ci sono 80 affermazioni, critiche o accuse a Trump, definito più volte un pericolo per la democrazia, chiuse da un punto esclamativo. Un discorso così combattivo, concordano gli analisti, non si era mai sentito.
Anche il principale annuncio fatto dal presidente – la decisione della Casa Bianca di far costruire un molo galleggiante per fornire direttamente ai palestinesi di Gaza, vittime indirette dell’attacco di Hamas a Israele, gli aiuti umanitari che il governo di Bibi Netanyahu si rifiuta di inoltrare – è una sfida aperta, in questo caso proprio a Netanyahu. Che con la sua politica, ha affermato Biden, “sta ferendo Israele invece di aiutarlo” perché l’operato del governo di Netanyahu ”è contrario a ciò che Israele vuole e io penso che è un grosso errore”. “Io voglio vedere un cessate il fuoco”, ha detto ancora Biden.
E’ stata la “strage del pane” del 29 febbraio, quando più di un centinaio di palestinesi affamati – uomini donne e bambini – sono morti nell’assalto agli autocarri che trasportavano gli aiuti, a far capire a Biden che aspettare da Netanyahu un gesto di ragionevolezza e comprensione era ormai inutile. Risultato: “Forceful Joe” provvederà da solo ad andare in aiuto ai civili palestinesi, che secondo i loro dati hanno già avuto dal 7 ottobre scorso più di 30.000 morti.
L’Europa sarà al fianco di Biden. Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione, ha annunciato che l’Unione europea realizzerà a giorni di un “corridoio marittimo” coordinato da Cipro. Ma il progetto è ancora indefinito, per costruire il molo galleggiante ci vorrà “almeno un mese”. Gli aiuti verrebbero caricati su navi a Larnaca (Cipro) sotto il controllo di ispettori (e agenti dell’intelligence) israeliani; quindi, dovrebbero partire per Gaza dove le merci saranno scaricate a terra. Gli Stati del Golfo contribuiranno a pagare le spedizioni.
Ma c’è anche, negli Stati Uniti, chi sottolinea come la decisione di Biden di “fare da solo” sia in qualche modo configurabile come la conferma di un fallimento della politica mediorientale della Casa Bianca, dato che “il paese più potente del mondo non è riuscito ad imporre all’alleato Israele l’apertura di un corridoio terrestre. La decisione del presidente di autorizzare il lancio di viveri con paracaduti e la costruzione del molo temporaneo viene vista in contraddizione con la forniture di armi che Netanyahu utilizza proprio a Gaza.
“Gli Stati Uniti si trovano su entrambi i lati della guerra, armano gli israeliani e cercano nello stesso tempo di curare coloro che vengono feriti. Non si può avere una politica di aiuti e allo stesso tempo di dare a Israele le armi per bombardare i camion di cibo”, ha detto il deputato Ro Khanna, democratico della California, in un’intervista il giorno dopo il discorso. “C’è una contraddizione intrinseca in questo. E penso che l’amministrazione Biden debba abbinare la genuina empatia e preoccupazione morale emersa per le vite dei civili palestinesi con una reale presa di responsabilità nei confronti di Netanyahu e del suo governo di estrema destra”.
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