fonte: The Jamestown Foundation
Il 26 ottobre, uomini armati hanno aperto il fuoco contro il santuario sciita di Shah Geragh nella città iraniana di Shiraz, uccidendo e ferendo decine di persone. Lo Stato Islamico (IS) ha rivendicato la responsabilità dell’attacco (arabi21.com, 26 ottobre). Questo è stato il terzo grande attacco in Iran negli ultimi anni per il quale l’IS ha rivendicato la responsabilità. Tuttavia, il modo in cui sia l’IS che l’Iran hanno affrontato l’attacco ha sollevato domande critiche sulla complessità dei conflitti tra sunniti e sciiti in Medio Oriente.
L’Iran è chiaramente il principale centro di potere sciita in Medio Oriente. Nonostante anni di violenza sunnita-sciita in tutta la regione, soprattutto nel vicino Iraq e in Siria, dove l’Iran ha combattuto per sostenere il presidente sciita alawita Bashar al-Assad, Teheran ha subito pochi attacchi sul proprio territorio. Tuttavia, l’attacco di Shiraz si è verificato in parallelo a una grave crisi politica nel Paese. Le proteste pubbliche si sono diffuse in tutto il Paese dopo la morte di Mahsa Amini, una donna curda iraniana, sotto la custodia della polizia. La donna era stata arrestata per non aver rispettato le rigide regole di copertura del capo e del corpo imposte dal governo islamista iraniano dal 1979 (iranintl.com, 26 ottobre).
L’attentato di Shiraz ha anche ricordato quanto sia importante guardare con attenzione alla propaganda utilizzata dalle parti in conflitto in Medio Oriente. L’ambiguità su alcuni aspetti dell’attacco e la propaganda dell’IS e dell’Iran hanno generato confusione. Questo articolo mette in luce la controversia relativa ai messaggi contrastanti sull’attentato di Shiraz nel contesto delle diverse posizioni sull’Iran assunte dall’IS e dal suo rivale, Al-Qaeda.
Islamic State’s Shiraz Attack Provokes Narrative War with Iran and al-Qaeda – Jamestown – Rami Jameel



