Il pensiero che non attraversa il dolore

Ancora solo lineare, il nostro pensiero non attraversa il dolore. La soglia sulla quale ci fermiamo è nella scelta tra l’esercizio del potere come dominio e del potere come servizio per l’umanità e per il pianeta.

Non basta dire che serve pensiero complesso: occorre ri-convertire (convertendoci continuamente) il nostro rapporto con la realtà, ria-ppropriandocene.

Ci troviamo dentro una grande trasformazione e siamo a un bivio decisivo: lasciare che i poteri dominanti (compreso quello portato dalla rivoluzione tecnologica) continuino a determinarci oppure cavalcare l’onda storica per governarla politicamente.

Nel secondo caso, che auspico, occorre un pensiero come ri-flessione. Per ascoltare il dolore dei popoli e del pianeta, sempre più acuto e sempre più profondo (anzitutto a causa dei conflitti e delle guerre in corso, ma non solo), occorre ri-fletterci, calarci dentro, ri-conoscerci come parte non separabile di un’unica realtà.

Possiamo dire che si tratta di un’operazione complessa come contrario di operazione complicata. Si tratta, infatti, di un cambio di passo radicale e strategico, di nuove mediazioni (realismo complesso), di nuove visioni. Se, come scrivevo, i paradigmi consumati rischiano di essere pericolosi, occorre lavorare sulla loro natura, aprire nuove prospettive di senso, di significato, di costruzione storica, di governo politico del mondo e dei mondi.

Non bastano più gli appelli delle autorità morali così come le parole della cosiddetta ‘comunità internazionale’ rispetto a operazioni inumane che si consumano ogni giorno, senza il minimo rispetto per quel principio di umanità che sembriamo non incarnare più come condizione prima e indispensabile di una vita dignitosa.

Violenza, polarizzazione, radicalizzazione ed estrema competizione dilagano e, proprio per questo, si aprono praterie potenziali di ri-pensamento per la ri-costruzione che abbiamo la responsabilità storica (personale e collettiva) di percorrere. In absentia, potremmo dire di aver lasciato il posto alla dis-umanità che, piaccia o no, vive dentro di noi.

Riflessioni precedenti 

Pensiero complesso nella realtà – The Global Eye

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

Latest articles

Related articles