Il Kashmir travagliato e la sicurezza dell’India

Il 17 ottobre, due lavoratori migranti provenienti dallo Stato indiano settentrionale dell’Uttar Pradesh, venuti a lavorare nella Valle del Kashmir, sono stati uccisi in un attacco con granate nel distretto di Shopian, in Jammu e Kashmir (J&K). Solo due giorni prima, un Pandit kashmiro (indù di origine kashmira) è stato ucciso a colpi di pistola fuori dalla sua casa nello stesso distretto. Queste uccisioni sono le ultime di una serie di attacchi dei militanti contro i pandit kashmiri e gli immigrati non kashmiri provenienti da altre parti dell’India.

Secondo la polizia indiana, l’attacco con granate che ha ucciso i due braccianti è stato opera di “militanti ibridi” e di “militanti senza volto”. E’ stato posto l’accento su come l’attuale fase della militanza in Kashmir sia diversa dalla militanza guidata dai social media del periodo 2014-2019 e dalle fasi precedenti, quando i militanti venivano addestrati in Pakistan o nelle foreste del Kashmir. La domanda chiave, quindi, è la seguente: perché quest’ultima ondata di militanza in Kashmir è particolarmente preoccupante per l’establishment di sicurezza indiano?

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Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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