Gli algoritmi nella Fabbrica delle Idee

di Marzia Giglioli con video del nostro corrispondente a Los Angeles

Sono passati oltre 100 giorni e continua anche in queste ore la
protesta pacifica di registi, attori e sceneggiatori per combattere quello che spaventa di più: l’intelligenza artificiale applicata alla Fabbrica delle Idee.
Intanto l’eco arriva anche a Venezia e lambisce la Biennale del Cinema. A rappresentare il movimento c’è il giovane Damien Chazelle, pluripremiato e indimenticabile regista di ‘La La Land’, che tiene il filo teso tra i dimostranti di Hollywood e la protesta muta dei grandi assenti che non si sono visti in Laguna per ‘dar voce’ ad una protesta che pone al centro di tutto il futuro della libertà delle idee e il rischio che l’AI crei opere future in base solo alla prevedibilità di business.
Le implicazioni di carattere economico sono immense e, oltre a riguardare il futuro lavorativo di molte categorie di persone, stanno aprendo a futuri scenari che è difficile prevedere nei significati più profondi. Si può solo scegliere se optare tra il catastrofismo o la paziente attesa di vedere come andrà a finire.
Intanto negli States stanno proliferando aziende che creano algoritmi per la valutazione delle sceneggiature e grandi case di produzione stanno adottando nuovi sistemi intelligenti per la fase della pre-produzione e per definire le scelte.

Complessità impone di essere tecno-realisti e di salvaguardare e valorizzare l’ingegno umano che l’innovazione può aiutare ma mai sostituire.

 

 

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